“Il Presidente Rossi non si smentisce mai. Questa volta la sua fantasia ha partorito il patto fiduciario con le aziende cinesi mettendo in atto una sorta di ‘moratoria’ per quelle ditte che lo firmano e assicurando loro un controllo molto blando oppure essere controllate per ultime. Innazitutto questa è una macroscopica forma di razzismo all’inverso che viene effettuato nei confronti di imprenditori italiani. Non credo che a quest’ultimi venga concesso un tempo necessario, in caso di un controllo degli Ispettori dell’ASL, di regolarizzarsi anzi vengono subito colpiti nel caso in cui riscontrono delle violazioni di leggi. Con questo saremmo di fronte ad un’omissione di atti d’ufficio da parte degli organi competenti e di conseguenza ci dovrebbe essere l’intervento della magistratura. Gli imprenditori cinesi che intendono regolarizzarsi non hanno bisogno di firmare nessun patto, è sufficiente che si rivolgano ad un commercialista per la parte fiscale e ad un consulente del lavoro per quanto riguarda la regolarizzazione di eventuali lavoratori al nero. Sono più di 20 anni che operano con queste modalità e trovo assurdo che la Regione possa dar loro un ulteriore temine per mettersi in regola. Però la cosa che mi lascia basito è il totale silenzio delle associazioni di categoria su questo patto. Loro sanno benissimo che i loro iscritti spesso vengono tartassati e sanzionati per cose ben più lievi e dovrebbero esser loro per prime a gridare allo scandalo per questa disparità di trattamento. Credo che gli stessi ordini professionali che verrebbero coinvolti dovrebbero spalancare gli occhi di fronte ad un patto del genere perchè moralmente si troverebbero a concorrerre in un’omissione dei loro doveri. Siamo veramente di fronte a situazioni paradossali che non trovano riscontro in nessuna legge dello Stato. Forse i nostri artiani, commercianti e piccoli imprenditori farebbero bene, a questo punto, a chiedere la nazionalità cinese”.
Aldo Milone
Capogruppo di Prato Libera & Sicura
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