L’ex assessore alla sicurezza Aldo Milone esprime dubbi sul vitalizio che l’Inail ha iniziato a liquidare a beneficio dei coniugi e dei figli minori delle sette vittime del rogo di via Toscana. L’Istituto nazionale Infortuni sul Lavoro, come riferito dal legale Quartararo (leggi l’articolo) ha accantonato 1,651 milioni di euro per le rendite che la legge riconosce ai familiari dei caduti sul lavoro.
“Al di là della “pietas umana”, è vero che la legge prevede da parte dell’INAIL un risarcimento per i familiari del lavoratore – scrive Milone – però il dubbio sorge di fronte alla figura giuridica del lavoratore, clandestino e ovviamente pagato al “nero”. Allora la domanda nasce spontanea: è dovuto anche in questo caso?” – si chiede il consigliere di Prato Libera & Sicura.
“Per inciso – aggiunge Milone – l’INAIL dovrebbe rivalersi nei confronti dei titolari perchè i locali erano decisamente fuori norma in quanto erano stati commessi degli abusi edilizi, i famosi dormitori. Mi chiedo anche come farà a rivalersi nei confronti dei titolari che alla prima occasione voleranno nella madre patria, ovvero in Cina”.
“Non per apparire cinico o strumentalizzare l’episodio, però voglio ricordare che, dopo pochi giorni dalla tragedia, i familiari, intervistati dalla stampa, la prima cosa che chiesero fu il risarcimento economico e non una condanna esemplare dei responsabili, così come avvenne per la morte delle 3 donne cinesi nel sottopasso di via Ciulli. Mi auguro e spero che il medesimo trattamento e la stessa celerità ci sia anche anche nei confronti di altri lavoratori. Però trovo assolutamente ingiusto che l’INAIL possa risarcire i familiari di lavoratori con lo status giuridico di clandestini e ovviamente lavoratori al nero” conclude Milone.
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