Un prestito di 11 milioni di euro chiesto alla Cassa Depositi e Prestiti e un’anticipazione di tesoreria non restituita di 1,2 milioni: tutto per scongiurare la crisi di liquidità e potere pagare servizi, stipendi e fornitori. E’ la mossa a cui è stato costretto il Comune di Prato nel bilancio 2013 e criticata dal Partito Democratico a pochi giorni dall’approvazione in consiglio comunale dell’esercizio finanziario consuntivo per l’anno appena trascorso. Come si evidenzia dalla relazione dei sindaci revisori il Comune ha dovuto fare i conti con uno “squilibrio fra incassi e pagamenti”. In particolare si evince che c’è “una crescente difficoltà nella riscossione dei crediti, soprattutto multe, Tia e in generale i tributi”. E secondo il Pd, ad oggi, la situazione è peggiorata e l’indebitamento del Comune è salito a 18 milioni. “E’ come se una famiglia – dice il capogruppo Massimo Carlesi – si indebitasse per comprare il pane, la frutta e i generi di prima necessità”.
Proprio il capitolo riguardante le difficoltà di riscossione dei crediti preoccupa il Pd. In bilancio ci sono oltre 27milioni derivanti dal recupero di evasione tributaria e multe. Denaro che secondo i democratici molto difficilmente entrerà tutto nelle casse del Comune. “La manovra strana – continua Carlesi – è che tutti questi soldi sono stati caricati in bilancio a novembre scorso, quando era chiaro che non sarebbero stati tutti esigibili. E questo avrà pesanti ripercussioni sui bilancio del 2014, 2015 e 2016”.
L’accusa mossa alla giunta Cenni da parte del Pd è quella di non avere tassato a sufficienza in passato le rendite e i patrimoni più importanti, costringendo ora tutta la cittadinanza ad una stangata e il futuro sindaco ad aumentare le imposte.
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