No alla cigs, niente tasse e voglia di ripartire: il tessile pratese e l’alluvione
Fra danni reali, beffe burocratiche, griffe nei rifiuti, solidarietà fra concorrenti e tantinsegnali della natura
Il tessile pratese non chiede cassa integrazione ma chiede di non pagare tasse e contributi. Non vuole che lo Stato paghi oggi, ma che non riscuota domani. E indirettamente aiuta e dà una lezione anche allo Stato.
Il tessile pratese non vuole la cassa integrazione perché non ha paura di lavorare anche quando il lavoro non serve a produrre, vendere, incassare. Ma solo a far ripartire macchinari fuori uso.
Il tessile pratese – anche se non piacerà a tutti leggerlo – rinunciando al welfare della cigs in cambio di sconto sulle tasse – è una piccola isola (l’acqua intorno del resto ce l’ha) di liberismo all’antica.
Il liberismo imperante nel tessile fa sì che in questi giorni tutti i concorrenti del monfo lavorino. Producendo anche ciò che Prato oggi non può.
Il tessile pratese sono i tessuti e i filati per Burberry, Cucinelli, Dolce e Gabbana che un muletto getta fra i rifiuti perche marciti e per un giorno il mondo sa che Prato fornisce le grandi griffe, anche se non lo leggiamo in nessuna etichetta nei capi.
Che il tessile pratese fornisce quasi tutto ciò che serve agli stilisti prima che disegnino e cuciano i capi è scritto oggi sull’acqua. L’acqua più ingrata. Catullo cantava: le parole scritte sull’acqua che scorre rapida saranno subito dimenticate.
Catullo si riferiva all’amore per una donna. Il sentimento che i pratesi nutrono per il tessile non è molto diverso.
Il tessile pratese è il fango “spalato via dalle fabbriche, che prima gettavamo nel fiume e nel torrente e oggi è considerato rifiuto speciale che dobbiamo portare a nostre spese al depuratore di Prato. Dopo il danno, la beffa”. [Matteo Santi, La Stampa 10 novembre 2023].
Il tessile pratese è la richiesta di non considerare il fango rifiuto speciale, di raccoglierlo in piazzole affinché sia smaltito dai comuni. [Cinzia Grassi, Cna, La Nazione Prato, 10 novembre 2023]
Il tessile pratese è l’imprenditore che fece ripulire il torrente Cambiaticcio dal canneto e dai detriti che in caso di pioggia formano un tappo ed è stato multato perché nonautorizzato a fare i lavori su un bene pubblico.
Il tessile pratese chiede che tessuti e filati resi inservibili siano considerati in questa emergenza rifiutiurbani e non speciali perché i rifiuti si qualificano anzitutto per le materie di cui sono fatti. Poi, per le classificazioni che ne dà la burocrazia. E in casi eccezionali come questo ben si può concentrarsi sulla sostanza.
Il tessile pratese tiene i piedi per terra e chiede misure possibili come il blocco dei pagamenti a banche ed erario. “I ristori? Ne avremmo bisogno. Ma se sono come quelli per l’Emilia Romagna inutile chiederli: non li hanno maivisti“. [Riccardo Matteini Bresci, La Stampa 10 novembre]
Il tessile pratese è un mosaicodemocratico al quale tante diverse aziende concorrono con un tassello. L’alluvione ha bloccato tasselli intermedi fermando quelli a valle, rendendo inutilizzabile il lavoro di quelli a monte.
Il tessile pratese è la solidarietà concreta fatta di aiuti economici e del semplice rimboccarsi le maniche a spalare da parte di colleghi e concorrenti perché tutto riparta.
Lo scopo del tessile pratese è ora concentrare la liquidità per far ripartire i macchinari fermi. A questo servono il blocco dei mutui e delle bollette. [Davide Majone, segretario Confartigianato imprese Prato, La Nazione Prato 10 novembre,]
Il tessile di Prato è il sindaco Biffoni che detta: in questo fine settimana aggiustiamo gli argini e mettiamo tutti in sicurezza. Da lunedì servono provvedimenti da Stato e Regione.
Il tessile pratese è il confezionata Guazzini che lunedi si presentò dal ministro Tajani mostrando un abito distrutto dal fango ed oggi annuncia la vendita delle collezioni con sconti fino all’80%.
I giovani volontari presentatisi spontaneamente a soccorrere le popolazioni allagate
Il tessile pratese è nato secoli fa nella valle lungo il fiume Bisenzio che in basso forniva acqua per lavare lane e tessuti e colorarli. È in cielo è battuta dal vento che asciuga le lane e i tessuti e porta via I fumi delle ciminiere.
Il Bisenzio è sempre stato amico e alleato. del tessile pratese. Stavolta è entrato coi suoi affluenti nelle fabbriche senza bussare, sfondando la porta.
Otto anni e mezzo fa, il 5 marzo 2015 il vento devastò Prato come non aveva mai fatto.
Acqua e vento sono amici di Prato e del suo tessile. Entrambi si sono ribellati. La natura ci sta parlando con il linguaggio che ha.
Il tessile di Prato sono i lavoratori pensionati tornati spontaneamente a spalare nelle ex fabbriche o in quelle di altri perché in cuor loro sono legati al posto di lavoro o comunque al lavoro che amano.
Gabriele Innocenti a Unomattina
Il tessile pratese è l’imprenditore Gabriele Innocenti che in diretta a Unomattina, in un video che sta facendo il giro d’Italia parla circondato da rocche, semilavorati e pezze finite, zuppe e malodoranti. E dice: “Ho scommesso che avanti Natale, fra un mese e 25 giorni ripartiremo. Questa dev’essere un’occasione per migliorarci. Torneremopiùforti di prima”.