Chiude i battenti stasera la rassegna “Politeama in primo piano” con il concerto-progetto “Stevland”, un viaggio musicale all’interno del percorso artistico di Stevie Wonder (all’anagrafe Stevland Morris), un progetto di Claudia Tellini e del suo quintetto, formato da Riccardo Galardini alle chitarre, Walter Paoli alla batteria e agli effetti elettronici, Emanuele Parrini al violino e da Nicola Vernuccio al contrabbasso. La musica, lo stile, il timbro melodioso della voce di Wonder divenuti inconfondibili, tornano a rivivere, nutriti ed arricchiti dal contributo di arrangiamento a cura del maestro Riccardo Galardini.
L’omaggio al grande Stevie Wonder parte dalla rescissione del contratto con la casa discografica che lo lanciò come bimbo prodigio, Motown Records, e tocca brani che troviamo in alcuni album fondamentali ed indimenticabili anche se meno noti al grande pubblico (Where I’m Coming From, Fulfillingness Firts Finale, Music Of My Mind, Innervisions, Taking Book). In queste canzoni Stevie grida la propria insoddisfazione, perché non c’è uguaglianza né solidarietà; i giovani come lui si perdono cercando lo sballo, anziché “educare la propria mente (Do Yourself A Favor, Too High); la classe politica dice “ci penso io”, ma viene a trovare gli ultimi della società, nel ghetto dei neri, solo quando si avvicinano le elezioni (Big Brother, You Haven’t Done Nothing). In altri brani come Living For The City assistiamo ad una descrizione dettagliata della vita miserabile di una famiglia afroamericana che vive “a mala pena per farcela in città”. Ma Stevie Wonder non rinuncia mai alla speranza nelle risorse umane ed offre anche brani solari come Smile Please. Higher Ground e They Won’t Go When I Go parlano invece della consapevolezza che aspira all’illuminazione e della giustizia, almeno dopo la morte. Nella rosa del repertorio figura inoltre un brano mai edito negli album più famosi: Feeding Off The Love Of The Land, un bellissimo lamento per la stoltezza umana che ha prosciugato i frutti della terra; l’umanità prigioniera dei propri limiti non ascolta e non rispetta l’ecosistema che invece continua a fornirci linfa vitale…ma fino a quando?
Stevland nasce da un’idea e da un desiderio di Claudia Tellini che riconosce in Stevie Wonder il suo primo e grande maestro. Tuttavia, tale maestro, nel lavoro di questo gruppo, figura mentre ancora sperimentava in se stesso il malanimo ed i pensieri propri dei giovani che sperano nel miglioramento e nella sostituzione o riparazione di quello che non va, a cominciare dalla critica e dal levare alto il proprio grido; non è il momento della maturità, bensì quello dell’urgenza del messaggio, della richiesta di aiuto e del monito verso chi può cambiare le cose. Il filo intessuto nei testi e gli argomenti da cui essi traggono spunto trovano eco nei testi scelti (Orwell, dallo stesso Stevie Wonder per Big Brother, e Pasolini come scelta di Claudia per Living For The City) per arricchire le riflessioni con esempi illustri e dirompenti; così come dirompenti sono alcuni testi di queste canzoni.
Il lavoro del gruppo sta innanzitutto nel coraggio di cercare un suono caratteristico proprio, diverso dal sound di Stevie Wonder, e pure rispettoso dell’armonia, a partire dal crogiuolo del jazz meno tradizionale, ambiente certamente più aperto alle “deroghe” ed alle sperimentazioni. Il brano Little Brother che collega Look Around a Big Brother, è scritto da Riccardo Galardini; gli arrangiamenti sono del gruppo Stevland che ha consolidato questo lavoro, iniziato nel 2008 fino all’uscita in vinile e in cd del 2013.