Da oggi anche il Comune di Prato ha il suo registro per il testamento biologico: il documento, che sarà tenuto dall’Urp e raccoglierà le dichiarazioni di volontà anticipate per i trattamenti sanitari, è stato votato all’unanimità dalla Giunta comunale in seguito a una mozione del dicembre 2012 della Commisisone consiliare 5. Già presente anche in altre città italiane, potrà accogliere le istanze dei cittadini che richiedono il rispetto delle loro volontà su terapie mediche e cliniche qualora non siano più in grado di esprimere un parere. Ma della sua reale efficacia giuridica comunque si continua a discutere molto.
“C’è stato un lungo periodo di elaborazione – sottolinea l’assessore alla salute del Comune Dante mondanelli – perché questa dichiarazione fosse rispettosa di tutte le sensibilità. Ne condivido l’essenza e non credo che sia incongruente con l’etica, in quanto rimanda al sanitario la verifica che alcune situazioni siano effettivamente irreversibili”.
In particolare, dopo aver nominato un suo fiduciario, nel documento il cittadino dispone che non siano intraprese misure di prolungamernto artificiale della vita e che siano attivati provvedimenti atti ad alleviare le sofferenze, anche nel caso in cui questa decisione rischiasse di anticipare la fine della vita. Uno strumento che sicuramente farà discutere, soprattutto in virtù dei problemi etici che potrebbero sorgere. “Se un testamento biologico – sono le parole di Riccardo Poli, presidente del Centro regionale di bioetica Gianna Beretta Molla – è un’anticamera dell’eutanasia noi diciamo no! Altra cosa è però il diritto di un paziente di esprimere le sue opzioni, che però non possono intaccare un bene come quello della vita. Sì al diritto a non soffrire, no all’accanimento terapeutico o a cure artificiali che prolungano l’agonia, No a disposizioni che vincolano il curante su aspetti specifici e importanti come i sostegni vitali per la persona”.