Scoprire i motivi che hanno spinto Albuzzani ad uccidere moglie e figlio e poi a togliersi la vita. E’ questo che ora cercheranno di capire gli inquirenti. Il presidente della Bcc Area Pratese non ha lasciato testimonianze che spieghino le ragioni della tragedia e nemmeno aveva dato particolari segnali che facessero pensare al peggio. L’ipotesi che il raptus sia da collegare alle vicende giudiziarie che negli ultimi mesi avevano coinvolto Albuzzani e l’istituto di credito che presiedeva non convince però gli inquirenti, che tendono ad escludere il nesso. Tutto era cominciato lo scorso giugno, quando la guardia di finanza aveva perquisito la sede centreale del Credito Cooperativo Area Pratese. L’input all’indagine era partito dalla procura di Prato, che voleva vederci chiaro sulla gestione dell’istituto di credito. Tra gli indagati figurava anche il presidente Lamberto Albuzzani, seppure in posizione marginale. Ostacolo alla vigilanza della Banca d’Italia il reato contestato al presidente. Un colpo non da poco per Albuzzani, che aveva accusato la batosta, anche se comunque non rischiava l’arresto. Nella vicenda giudiziaria Albuzzani non era comunque solo: per l’ostacolo alla vigilanza sono stati iscritti nel registro degli indagati anche l’ex direttore generale Solenni e l’allora responsabile dell’area credito. Tra le ipotesi contestate dai sostituti procuratori Gestri e Sangermano c’è anche il falso in bilancio. L’ex vicepresidente Batisti è infatti indagato per aver prodotto una falsa fideiussione. Gli ispettori di Bankitalia – che da alcuni mesi stavano sondando i bilanci della banca alla ricerca di irregolarità – erano vicini alla conclusione dell’ispezione, che successivamente sarebbe finita nelle mani della procura. Forse è tra quelle carte la molla che ha fatto scattare il grilletto e ha consumato una tragedia per ora senza spiegazioni.