Due soppalchi con dormitori di piccolissime dimensioni sopra e sotto, cucine sporche, lavoratori in nero e clandestini: questa la situazione trovata dalla Squadra Interforze durante l’ultimo controllo eseguito in zona Le Fonti. Due le ditte operative nell’ambito della confezione di abbigliamento di alta moda all’interno del capannone di circa 600 metri quadri che si sono spartiti realizzando pareti costruite abusivamente. Secondo quanto raccolto dalla polizia municipale le due aziende producevano capi d’abbigliamento che poi sarebbero finiti in commercio con il marchio Fred Mello, brand molto conosciuto in tutto il mondo e naturalmente anche in Italia. Il contatto comunque non era diretto e non è possibile affermare che l’azienda internazionale fosse a conoscenza che i prodotti venissero realizzati nei capannoni de Le Fonti. Fred Mello aveva infatti commissionato il lavoro ad un intermediario italiano che a sua volta si è rivolto ad un imprenditore cinese che ha girato la commessa alle due ditte de Le Fonti.
Ciascuna ditta aveva delimitato il proprio spazio lavorativo, solo i servizi igienici erano in comune. Le ditte avevano anche realizzato abusivamente la cucina, le camere riservate ai gestori delle attività e le camere per i lavoranti, quest’ultime realizzate su strutture a due piani in violazione alla normativa antisismica. Pessime anche le condizioni igieniche a causa del’improprio uso abitativo e la cattiva manutenzione dei luoghi di lavoro con finestre occultate da spessi tendaggi neri, cartone o plastica nera; impianti coperti da lanugine e adattati anche all’uso abitativo. Accertata la presenza di due clandestini tra i lavoratori presenti la cui maggioranza è risultata non regolarmente assunta tanto che è scattato da parte degli Ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro la sospensione della attività imprenditoriale mentre il titolare della ditta alle cui dipendenze erano le persone in stato di clandestinità è stato denunciato alla Autorità Giudiziaria per violazioni alla normativa in materia di immigrazione. L’edificio è stato sottoposto a sequestro da parte della Polizia Municipale così pure i macchinari costituiti per lo più da macchine da cucire. I committenti sono stati denunciati per la realizzazione delle opere abusive.