Denunce di incidenti sul lavoro quasi inesistenti nella comunità cinese. Un volume bilingue pubblicato dalla Asl un anno fa proprio per favorire l’emersione alla legalità di confezioni e pronto moda orientali praticamente ignorato. È quanto emerge dai dati sugli infortuni sul lavoro a Prato e provincia presentati oggi a Palazzo Buonamici, durante la Conferenza provinciale sulla sicurezza.
Sui 14.511 infortuni sul lavoro denunciati all’Inail di Prato negli ultimi cinque anni, soltanto 63 riguardano cittadini cinesi (appena lo 0,4%). Il dato fotografa in maniera evidente la mancata tutela dei lavoratori orientali, che non arrivano quasi mai a denunciare un incidente, per paura di perdere il posto o di subire ritorsioni dal datore di lavoro, come raccontato anche da Stefano Bellandi, segretario Cisl, nella recente puntata di Parliamoci chiaro (LEGGI L’ARTICOLO).
Scarsi anche i risultati della pubblicazione sulle “procedure standardizzate per la valutazione dei rischi nelle confezioni e nei pronto moda”, una sorta di prontuario in italiano e cinese – datato dicembre 2012 – per spiegare agli imprenditori orientali tutte le regole in materia di sicurezza sul lavoro, prevenzione antincendio, e l’illegalità dell’uso promiscuo delle fabbriche come luoghi di residenza. Il volumetto di 52 pagine è stato realizzato nell’ambito del progetto Microimprese della Regione Toscana, in collaborazione con le aziende cinesi associate a Cna.
“Lo abbiamo reso disponibile sul sito internet, nel dipartimento di via Lavarone e abbiamo cercato di diffonderlo attraverso le aziende che siamo riusciti a contattare – spiega il direttore del dipartimento di prevenzione Aldo Fedi -. Adesso, dopo la tragedia del Macrolotto, cercheremo di far conoscere questa pubblicazione attraverso le autorità consolari cinesi. Ne stiamo discutendo anche in Regione: per aumentare la conoscenza occorreranno risorse aggiuntive; il volume deve infatti essere accompagnato da spiegazioni e ragionamenti, che devono essere affrontati con il datore di lavoro”.
Dario Zona