Nessun dissequestro, anzi il blocco dei beni degli ex amministratori Sasch viene aumentato, conteggiando anche il lievitare delle richieste dell’Agenzia delle Entrate. L’ordinanza del collegio civile del Tribunale di Prato, presieduta dall’allora presidente Francesco Antonio Genovese, ha respinto il reclamo dei legali, confermando e appesantendo le cifre massime del sequestro dei beni già disposto a settembre 2012.
Per il sindaco Roberto Cenni, il sequestro massimo di beni immobili, crediti, partecipazioni sociali, azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari passa a 48 milioni e 267 mila euro rispetto ai precedenti 34 milioni. I giudici del collegio hanno riconteggiato le cifre aggiornandole ai contenziosi fiscali sopraggiunti a seguito della relazione della curatela fallimentare Sasch e alle contestazioni dell’Agenzia delle Entrate, che hanno ipotizzato minori versamenti Iva per oltre 17 milioni di euro.
“E’ una sentenza che non è frutto di una ricerca ulteriore e non tiene conto delle ragioni della difesa, ma ricalca in maniera approssimativa le ordinanze precedenti, aggiornando le cifre al contenzioso fiscale” – commenta il legale di Roberto Cenni, l’avvocato Gianni Baldini, che annuncia l’intenzione di andare avanti con il procedimento di merito.
Sequestri aumentati negli importi massimi (fino a 60 milioni e 334 mila euro) anche per i figli del sindaco, Giacomo e Claudia Cenni, la moglie Elena Rosati, il cognato Antonio Rosati, per Giovanna Lezza e per il socio Gianluca Giovannelli.
Cresce da 33 a 54 milioni l’ammontare del sequestro conservativo dei beni dei tre ex sindaci revisori sasch Annibale Viscomi, Fabrizio Viscomi e Luca Porciani.
Autorizzato per 28 milioni e 138 mila euro il sequestro di beni a Mario Pacetti, ex direttore commerciale Sasch e per 14 milioni e 281 mila euro il sequestro dei beni a Giovan Battista Tognarelli. La curatela fallimentare Sasch è stata invece condannata a rifondere le spese legali (11.400 euro) a Giacomo Giovannelli.