5 Settembre 2023

Sfruttamento lavorativo, arrestati i due imprenditori occulti di una maglieria

L'inchiesta della Procura, nata dalla denuncia di una delle 7 vittime, ha smascherato prestanome e cambi di ragione sociale oltre che manomissioni ai macchinari e turni massacranti


Sono finiti agli arresti domiciliari due imprenditori cinesi, gestori occulti di una maglieria, accusati di sfruttamento lavorativo nei confronti di sette connazionali, di cui 6 irregolari in Italia. L’inchiesta della Procura di Prato – l’ennesima di questo tipo condotta dal Gruppo Anti Sfruttamento del dipartimento Prevenzione ASL Toscana Centro e dall’Unità Investigativa della Polizia Municipale – è partita a inizio 2022, quando un operaio cinese, ormai stremato dalla sua situazione lavorativa, si è rivolto allo sportello immigrazione del Comune di Prato per raccontare la sua storia. Arrivato qualche anno prima con visto turistico e l’intenzione di rimanere in Italia per migliorare le sue condizioni di vita e di lavoro, si è invece ritrovato immerso in un vortice di sfruttamento, del tutto privo di tutele e diritti, costretto a lavorare fino a 16 ore al giorno per una retribuzione di circa 3 euro l’ora, senza riposi e ferie, e a dimorare nella stessa fabbrica o in alloggi di fortuna, assecondando le volontà dei suoi datori di lavoro, che non si sono fermati neppure dopo le prime ispezioni e le sanzioni nell’ambito del Piano lavoro sicuro.

Le verifiche hanno confermato che tutti e 7 i lavoratori erano sfruttati in maniera simile e che i capannoni dove aveva sede la maglieria, prima a Prato e poi a Montemurlo, erano ambienti di lavoro privi delle basilari condizioni di igiene e sicurezza. Durante un accesso è stato riscontrato inoltre che i dispositivi di sicurezza dei macchinari tessili utilizzati dalle maestranze erano stati manomessi. Gi inquirenti hanno riscontrato le manovre elusive dei gestori, che avevano fatto ricorso a ditte apri e chiudi intestate a prestanome, finalizzate anche ad eludere gli obblighi fiscali e contributivi.

Come previsto dal protocollo d’intesa fra Procura, Comune, Asl, sindacati confederali e altri soggetti istituzionali, nei confronti delle 7 vittime di sfruttamento lavorativo è stata attivata la rete di supporto che prevede l’inserimento in percorsi di tutela sociale e giuridica.

Foto di archivio