10 Luglio 2023

Nidi gratis, a Prato finanziate 1.412 richieste

La Regione Toscana ha messo a disposizione 32 milioni di euro


A Prato 1.412 bambini potranno frequentare il nido gratis. La nostra è la terza provincia in Toscana per numero di domande presentate, dopo Firenze (4.585) e Pisa (1.837). Dal prossimo mese di settembre, 14.393 bambini toscani frequenteranno gli asili nido completamente gratis. L’investimento complessivo della Regione, quest’anno, è pari a 32 milioni di euro. Il risparmio medio per ogni famiglia è stato calcolato in 2.220 euro per figlio e spetta a tutti i nuclei che hanno un reddito Isee inferiore a 35mila euro.
La misura dovrebbe interessare circa il 70/75% degli iscritti totali nei nidi e rientra nella programmazione del Fondo Sociale Europeo fino al 2027 per un totale di 233 milioni investiti. Tutte le domande presentate con autocertificazione sono state finanziate.

“Abbiamo articolato bene il provvedimento affinché l’Unione Europea accettasse l’utilizzo del Fondo sociale per il nostro progetto dei nidi gratis. E’ coerente all’impostazione che il Pd sta sostenendo a tutti i livelli e a mio giudizio può essere qualcosa che potrebbe trovare riferimento in tutte le Regioni. Riteniamo che vi sia un aspetto di servizio per la famiglia, ma anche un aspetto pedagogico” ha detto il governatore Eugenio Giani nel corso di una conferenza stampa nella sede del PD regionale.

Scorporando il dato provinciale pratese, a Prato capoluogo sono state presentate 1.111 richieste, in Valbsienzio 72; a Montemurlo 100; a Carmignano 67; a Poggio a Caiano 62. “Non è un caso che da noi, in una delle province più piccole della Toscana, ci sia una delle percentuali più alte di richieste – ha detto il segretario provinciale del Pd Marco Biagioni -. Questo per due motivi: perché da anni puntiamo sulla prima infanzia mettendo in rete le eccellenze; e perché siamo una delle realtà dove si nasce di più, grazie anche alla presenza di tanti stranieri. A maggior ragione questa misura acquisisce per noi un valore ulteriore, perché nei nostri asili e nelle nostre scuole si incontrano bambini di origini diverse e cresce una cittadinanza comune”.