Val di Bisenzio protagonista domani, domenica 2 luglio, alle ore 22 su RAI 5 della trasmissione di “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Il documentario di Gianfranco Anzini racconta la Toscana di acque, tessuti e teatri, partendo appunto dalla Valle del Bisenzio. Da quel fiume che sembra aver dato vita a case e fabbriche, dove generazioni di artigiani, operai, imprenditori hanno prodotto di tutto: farine, metalli, carta e poi tessuti.
Tante le voci che ricostruiscono questo viaggio nella storia del lavoro e delle comunità. Luisa Ciardi della Fondazione Cdse racconta quella del villaggio-fabbrica voluto dai Forti a La Briglia, con il lanificio attorno a cui fecero edificare alloggi per gli operai, una piazza, una chiesa, botteghe e negozi, un ambulatorio medico, un asilo scuola per i figli degli operai, e perfino un teatro. E ad Alessia Cecconi, direttrice della Fondazione Cdse, tocca invece l’epico racconto della “Marcia delle donne”, l’imponente protesta al femminile che percorse tutta la valle nel bel mezzo della Prima Guerra Mondiale. Carlo Taiti e Fabio Giusti, vecchi amici del gruppo teatrale della Briglia, che negli anni ‘70 facevano teatro politico, sono testimoni insieme all’indimenticato Giuliano Scabia dell’epoca in cui chiusero i grandi lanifici e gli operai si trasformarono in artigiani.
Ormai tramontata l’epoca dei telai e dei piccoli artigiani, testimoni del tessile di oggi sono la Tintoria Colle, raccontata da Elisa Fabbri, ingegnera idraulica, e dal titolare Riccardo Matteini, imprenditore pratese purosangue. Dalle moderne turbine di Colle che sfruttano le acque del Bisenzio per produrre energia elettrica all’antico Mulin de’ Fossi, il progenitore delle turbine moderne, curato amorevolmente da Paolo Mocali. Lungo il fiume il documentario arriva a Prato, dove l’obiettivo si allarga a comprendere la storia del distretto tessile, grazie anche a Filippo Guarini, direttore del Museo del Tessuto, e delle sue trasformazioni con l’arrivo degli imprenditori cinesi, come Shao Qian, e Mengya Zheng. E poi Urano Corsi, Dino Baldi e infine il Teatro Metastasio, che produce cultura, memoria riannodando i fili del tessuto sociale.