24 Febbraio 2012

Gonfienti, perplessità sull’accordo appena firmato. Gli esperti: “Prima di nuovi scavi, valorizziamo l’esistente”


Prime voci fuori dal coro dopo l’annuncio della ripresa degli scavi nella città etrusca di Gonfienti. Ad esprimere perplessità sono sia il Comitato scientifico cittadino per i beni storico urbanistici e archeologici sia Erica Mazzetti, membro del Cda dell’Interporto.
Come si ricorderà l’accordo a tre promosso dalla Provincia di Prato prevede un finanziamento da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato alla Soprintendenza B.A.T. al fine di sostenere la ripresa degli scavi del sito archeologico di Gonfienti, da collegare ad ulteriore finanziamento regionale finalizzato alla ricostruzione virtuale della “città etrusca sul Bisenzio”. Ebbene, proprio su questo punto si concentrano le perplessità  dei membri del Comitato scientifico: l’architetto Giuseppe Centauro e l’archeologo Michelangelo Zecchini. “Esprimiamo forti perplessità – dicono i due studiosi -sull’opportunità di procedere a nuovi scavi prima di aver messo in completa sicurezza e protezione, ai fini della fruibilità, le strutture della domus etrusco arcaica. Non meno perplessi ci dichiariamo nei confronti dell’ipotesi di ‘virtualizzazione’ del sito, a nostro avviso prematura in quanto sono ancora troppo scarse le conoscenze acclarate e troppo numerosi i problemi scientifici ancora da risolvere, sia per quanto riguarda la città nel suo complesso sia per quanto concerne le singole strutture, non esclusa la stessa domus gentilizia”.
“La storia recente del sito archeologico – proseguono Centauro e Zecchini – caratterizzata da carenza di manutenzione, dalla precarietà degli accessi all’area e dall’assenza di qualsiasi segnaletica informativa sulla presenza di un’area archeologica di tale preminente interesse scientifico e culturale, consiglierebbe una diversa priorità da assegnare alle azioni da perseguire per la salvaguardia e la valorizzazione della risorsa archeologica pratese, anche a vantaggio della stessa comunità locale che fino a questo momento non è informata in modo adeguato sull’esistenza di questo rilevante patrimonio culturale. Non secondarie sono poi le questioni della musealizzazione in situ dei reperti restaurati e il coinvolgimento del museo civico nella divulgazione di questo fondamentale caposaldo storico per la città di Prato e del territorio della Piana. Tale patrimonio è così importante che è conseguente il desiderio di una maggiore visibilità. Altrettanto pressante e logico è l’auspicio che venga evitato ogni rischio di esposizione impropria, fuori dal contesto naturale di riferimento”.
Erica Mazzetti, invece, lamenta come il Comune di Prato sia stato lasciato all’oscuro di questo accordo. “Credo – dice – fosse opportuno prima informare anche gli altri soci dell’Interporto, in primis il Comune di Prato, socio maggioritario. Il sindaco Roberto Cenni fin dalla campagna elettorale è stato un convinto sostenitore della nascita del Parco Archeologico di Gonfienti e assieme al cda in questi anni ha lavorato proficuamente al fine di raggiungere l’obiettivo in tempi brevi. Da oltre un anno il presidente dell’Interporto assieme a tutto il consiglio, proprio su input del Comune di Prato ha incontrato svariati amministratori che potevano essere possibili futuri soci, fra cui il presidente della Provincia di Prato il quale dichiarò che non c’era tale intenzione in quanto il suo ente non aveva le risorse economiche per entrare a farne parte”.
“Comunque – prosegue Erica Mazzetti – i soldi che intenderebbero investire la Provincia con la Fondazione CariPrato sono solo granelli, in quanto non basterebbero nemmeno a fare i primi scavi per verificare la conservazione dei reperti. Pertanto, visto che vogliono fare i padroni in casa d’altri l’assessore Nesi ci dica anche come intende procedere per trovare i finanziamenti necessari a realizzare l’opera, che sono immensamente superiori rispetto a quelli annunciati, portando pezze d’appoggio concrete”.

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