24 Febbraio 2012

Da stasera al Fabbricone “Rumore di acque”, il grido di dolore dei migranti annegati nel canale di Sicilia


Le tragedie di quelli che, in cerca di pace e di fortuna, hanno sommerso la loro esistenza nelle acque del mar Mediterraneo tornano con prepotenza sulla scena: da stasera, venerdì 24, a domenica 26 febbraio (feriali ore 21, festivo ore 16) il Teatro Fabbricone aprirà le sue porte a “Rumore di Acque”, uno spettacolo di Marco Martinelli con Alessandro Renda e musiche originali dei Fratelli Mancuso. Mazara del Vallo, astratto luogo di frontiera e punto di partenza, è uno spazio simbolico, proprio davanti a quel canale di Sicilia che negli ultimi 15 anni è stato teatro di molte morti innocenti: migranti che, con la speranza di un domani migliore, hanno deciso di lasciare la loro patria e avventurarsi per una terra sconosciuta, che non avrebbero mai toccato. Un monologo in cui un generale-traghettatore di anime tiene il conto di quelli che sono annegati nel tentativo di raggiungere l’Europa; un dramma amaro, accompagnato dai musicisti Enzo e Lorenzo Mancuso, che con le loro potenti voci di satiri antichi sembrano gridare il dolore dell’umanità dal fondo di un abisso, dando corpo a quello che Martinelli stesso ha definito un “oratorio per i sacrificati”. Un boato crudo, che fa parte, assieme ad altri due spettacoli, del trittico del Teatro delle Albe “Ravenna-Mazara 2010”, un progetto nato proprio da una sollecitazione del Ravenna Festival, che ha invitato la compagnia a conoscere e incontrare la realtà di Mazara del Vallo, città singolare per il suo intreccio di etnie, dove un cittadino su dieci è di nazionalità tunisina; da questa spinta sono nate le pièce “Cercatori di tracce”, “Satiri danzanti” e, appunto “Rumore di Acque”, che fa tappa a Prato questo fine settimana, portando con sé tutto un bagaglio di pianti e lamenti che non possiamo ignorare.

Elia Frosini

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