In scena al Fabbricone “Ubu Roi”, il re che apre
al mondo la filosofia della “patafisica”


Da stasera, al Teatro Fabbricone di Prato, va in scena una pièce divenuta un capolavoro quasi per caso: da oggi, primo febbraio, fino a sabato 11 febbraio (feriali ore 21, festivi ore 16) gli spazi scenici di via Targetti accoglieranno “Ubu Roi”, in prima nazionale a Prato per la produzione congiunta del Teatro Metastasio Stabile della Toscana e Fortebraccio Teatro.
La genesi del testo di Alfred Jarry è nota ai più appassionati  come ai semplici fruitori: datato 1896, il copione nasce come un gioco scolastico, che diventa poi uno spettacolo per marionette e infine occasione scenica per una riflessione sulla natura dell’arte teatrale. Attraverso una continua reinterpretazione del Macbeth di Shakespare, Jarry apre il Novecento alla cosiddetta “patafisica”, ossia la scienza delle soluzioni immaginate.
Il re Ubu è nato quasi per errore, parto involontario di un gruppo di teste matte, che lo hanno inventato tra i banchi di scuola; per questo motivo, molti lo hanno relegato fuori dal teatro. Ma oggi questo personaggio e la sua storia tornano prepotentemente alla ribalda, per ricordarci che Jarry e collocabile tra Pirandello e Beckett, ammettendolo all’assolutezza che gli compete.
Il regista di questo spettacolo, Roberto Latini, ci restituisce una rilettura che punta a rafforzare il forte legame che c’è tra Ubu roi e i protagonisti delle tragedie di Shakesperare: “Penso che Jarry si possa legge Shakespeare – ci dice Latini – e abbiamo lavorato tenendo conto di questo riferimento. Li abbiamo distillati, evocati, scelti, da Macbeth ad Amleto, passando per Romeo e Giulietta o Giulio Cesare. Li abbiamo integrati a vicenda, li abbiamo ricondotti al nostro tempo teatrale, al nostro sentire, al nostro modo di stare al teatro”.
Una pièce cardine della drammaturgia contemporanea, che ha aperto il secolo scorso con un nuovo modo di vedere la scena. Ubu Roi  è ormai un classico del teatro mondiale, come Edipo o Amleto, capace di superare se stesso e mettersi a disposizione dell’occasione teatro che ogni appuntamento scenico rappresenta.
Elia Frosini