C’è anche il Maliseti Prato tra le società di calcio alle quali il Comitato regionale toscano della Lega nazionale dilettanti ha inflitto dure sanzioni. Il caso è quello dei baby calciatori, immigrati dall’Italia meridionale, per giocare in diverse squadre dilettantistiche toscane. All’inizio dell’azione disciplinare della Lega, erano state deferite 11 società e oltre 50 tesserati.
Ieri sera è stata presa la decisione e, nel complesso, sono stati squalificati 31 dirigenti di società calcistiche, per periodi variabili da tre mesi e tre anni e 6 mesi; tra loro ci sono 12 presidenti di società.
I club sanzionati sono 11, con ammende variabili da 2.000 a 9.000 euro e penalizzazioni in classifica – secondo diversi campionati giovanili – tra uno a nove punti. I club sono delle province di Firenze, Arezzo, Siena e Prato: Dlf Firenze, Maliseti Prato, Lastrigiana, San Donato-Tavarnelle, Certaldo, Montelupo, Sansovino, Audace Galluzzo, Vicchio, Virtus Poggibonsi, Gracciano.
Squalifiche anche per 19 giovani calciatori, da tre a cinque giornate.
Inibito dall’attività sportiva per tre anni anche uno scopritore di giovani talenti calcistici, intorno al quale avrebbe ruotato la presunta tratta di giocatori, la maggior parte sui 16 anni, fatti venire in Toscana promettendo vitto, alloggio e istruzione scolastica.
L’inchiesta condotta dagli organi di giustizia sportiva avrebbe tuttavia fatto emergere una realtà differente da quanto prospettato alle famiglie. I baby calciatori avrebbero ricevuto poco cibo, scarsa sarebbe stata l’igiene degli ambienti che li ospitavano, e ci sarebbero stati pure fenomeni di abbandono scolastico. Sulla vicenda sarebbero in corso accertamenti anche da parte della polizia per esaminarne eventuali risvolti penali.