23 Giugno 2023

Il bilancio della Guardia di Finanza: scoperti 47 evasori totali, 60 furbetti del reddito di cittadinanza e 200 partite Iva intestate a prestanome

Il comando provinciale pratese ha tracciato il bilancio degli ultimi 18 mesi, in occasione della festa per il 249° anniversario del Corpo


222 milioni di euro di base imponibile sottratta a tassazione ed un’evasione di oltre 59 milioni di IVA. 47 evasori totali completamente sconosciuti al fisco; 103 soggetti denunciati per reati fiscali e 3 per caporalato. Sono alcuni dei dati relativi alle 669 verifiche in materia fiscale e tributaria effettuate dalla Guardia di Finanza di Prato negli ultimi 18 mesi. Sempre dal gennaio 2022 al maggio 2023 i finanzieri pratesi hanno scoperto 114 lavoratori in nero e 195 irregolari in Italia.
Il bilancio è stato tracciato dal comandante provinciale Enrico Blandini, in occasione della festa per il 249° anniversario di fondazione del corpo nazionale della Guardia di Finanza, celebrato con una cerimonia aperta alla cittadinanza nei giardini di piazza Mercatale, antistanti la caserma sede del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme gialle di Prato. A chiudere la manifestazione – che ha visto la presenza del Comandante Regionale della Guardia di Finanza Giuseppe Magliocco, oltre che delle autorità civili, militari e religiose cittadine – è stato un coro di bambini, figli di appartenenti al Corpo vestiti con il tricolore, che hanno intonato l’inno nazionale.


Tornando ai dati del bilancio dell’ultimo anno e mezzo, i finanzieri hanno segnalato 3 indebite percezioni di finanziamenti garantiti dallo Stato; una persona è stata denunciata per aver richiesto indebitamente fondi del Pnrr per un importo pari a 65.000 euro.

Sempre nell’ambito del contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica, i finanzieri del Gruppo di Prato hanno eseguito un controllo mirato su 61 percettori del reddito di cittadinanza, di cui 60 sono stati denunciati per aver illecitamente percepito gli assegni sociali per un ammontare complessivo pari a circa 342.000 euro.

Notevole lo sforzo nel contrasto alla concorrenza sleale e all’illegalità nel distretto del tessile-abbigliamento. Sul fronte del contrasto alle ditte apri e chiudi intestate a prestanome, propedeutico e funzionale ad una pluralità di illeciti (evasione fiscale e contributiva, emissione di fatture per operazioni inesistenti, contraffazione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, riciclaggio, trasferimento all’estero di proventi illeciti) i finanzieri pratesi, in un’ottica di prevenzione, hanno proposto la cancellazione di oltre 200 partite IVA, di cui 111 risultano già cancellate.
Tra le operazioni di maggior spicco nel corso degli ultimi mesi, quella che ha scoperto un’ingente frode fiscale nel settore dei “Pronto Moda”, perpetrata mediante l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 40 milioni di euro ed IVA per circa 9 milioni di euro da parte di 7 società collegate tra loro in un complesso sistema di frode fiscale.
Gli indagati si avvalevano, come di consueto, di imprese “cartiere” di fatto inesistenti. I proventi illeciti frutto dell’evasione fiscale sono stati sistematicamente trasferiti all’estero, in modo da essere “ripuliti” e reimmessi nel circuito dell’economia legale.
Il trasferimento fraudolento di valori fuori dall’Italia, a scopo di riciclaggio, è stato ricostruito per oltre 44.500.000 euro.
A margine dell’attività d’indagine, sono stati ultimati controlli fiscali nei confronti delle imprese coinvolte ricostruendo e segnalando all’Agenzia delle Entrate un fatturato complessivo di oltre 33 milioni di euro, ed IVA dovuta per oltre 7 milioni di euro. Allo stato, la principale impresa oggetto di controllo ha aderito all’accertamento definendo il versamento di quanto dovuto a favore delle casse dello Stato, per circa 1,5 milioni di euro.

Numerose le operazioni contro il contrabbando di tessuti, fra cui quella che ha portato al sequestro di 1,5 milioni di metri di tessuto di diversa tipologia, per un valore di oltre 2,6 milioni di euro. In tal caso i diritti di confine e l’IVA all’importazione evasi ammontano a poco meno di 1 milione di euro.

In particolare, i tessuti sono risultati importati, a più riprese, da altre imprese dislocate in Paesi dell’Est Europa e da queste formalmente ceduti in sospensione di imposta, mediante fittizie operazioni intracomunitarie, in favore di imprese nazionali, inesistenti o inattive. Nella realtà, le merci – provenienti dal porto di sdoganamento – giungevano direttamente nel distretto pratese ed erano stoccate presso il capannone al centro delle investigazioni.
Solitamente, in assenza di controlli in itinere, i documenti di trasporto fittizi erano quindi stracciati e non contabilizzati e la merce era smistata per la lavorazione a varie ditte di confezioni del Macrolotto, attraverso cessioni in evasione d’imposta.

Si tratta di meccanismi illeciti già riscontrati dalle Fiamme Gialle pratesi in precedenti operazioni.
Alla luce di quanto emerso, sono stati sottoposti a sequestro 1,5 milioni di metri di tessuto di diversa tipologia, per un valore di oltre 2,6 milioni di euro.
I diritti di confine e l’IVA all’importazione evasi ammontano a poco meno di 1 milione di euro.
Sul fronte della sicurezza e tracciabilità dei prodotti e tutela del made in Italy, i controlli in fabbriche produttrici di capi di abbigliamento hanno portato a sequestrare complessivamente oltre 6 milioni di prodotti.