Trovò un asteroide con la sua cagnetta, adesso il Museo di scienze planetarie glielo dedica
Il riconoscimento verrà conferito sabato anche a Serafina Carpino e Daniela Faggi del Museo pratese
Si meritano un asteroide Davide Gaddi e la sua cagnetta Pimpa, che nel gennaio del 2020 trovarono nella campagna di Carpi, a Cavezzo, una meteorite la cui caduta era stata segnalata dalla Rete PRISMA. Un riconoscimento che condivideranno con l’astronoma Serafina Carpino e la geologa Daniela Faggi, rispettivamente responsabile attività educative e conservatrice del Museo Italiano di Scienze Planetarie.
Sabato 20 maggio alle 15.30 nella sede del Museo l’astrofisico Mario di Martino dell’Osservatorio Astronomico ISAF di Torino e l’astronomo Fabrizio Bernardi, membro di SpaceDyS (azienda che fornisce servizi e software per le Agenzie Spaziali e l’industria aerospaziale) che ha dedicato la vita alla scoperta e all’individuazione di corpi celesti, consegneranno gli attestati e racconteranno il ritrovamento della meteorite ritrovata a Cavezzo. La mattina, inoltre, si riunisce a Prato il project office della Rete PRISMA, che individua i bolidi che attraversano l’atmosfera terrestre e calcola se e dove possono cadere le meteoriti o i loro frammenti. Grazie a PRISMA è stato possibile cercare e trovare la meteorite di Cavezzo, il bolide di Capodanno, e la recente meteorite caduta a Matera, il cosiddetto bolide di San Valentino del 14 febbraio 2023.
Nel pomeriggio sarà anche esposta la Meteorite di Cavezzo, che il museo pratese ospita in qualità di repository, cioè struttura riconosciuta dalla Meteoritical Society per accogliere questi straordinari campioni. In occasione della cerimonia l’ingresso al Museo sarà gratuito per tutto il pomeriggio.
Dalle 16.30 alle 18 si prosegue con la conferenza di Daniele Gardiol “Il recupero di meteoriti con la Rete PRISMA”. Gardiol è il coordinatore nazionale di PRISMA, che, come si diceva, si occupa della sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera. Alla rete partecipano ricercatori, gruppi astrofili, osservatori e anche scuole attraverso decine di camere all-sky. Quindi Giovanni Pratesi, docente di Mineralogia all’Università di Firenze e direttore del Museo pratese fino al 2012, proseguirà con “Meteoriti. Testimoni di ciò che fu quando tutto era in divenire.