Si dicono pronti alle dimissioni di massa 288 medici dei pronto soccorso della Toscana, che affidano a una lettera aperta tutto il loro disappunto rispetto alle condizioni in cui si trovano ad operare ogni giorno, tra sovraffollamento e lunghe attese dei pazienti per avere un posto letto in reparto. Un caos in corsia perenne, che rischia di avere ricadute sulla qualità stessa dell’assistenza e che per i sanitari deve essere affrontato in modo urgente, pena le dimissioni collettive in segno di protesta.
L’ultimatum ha come destinatari i vertici della Regione e della sanità toscana (criticati per “non aver preso in questi anni provvedimenti efficaci”) ma i firmatari si rivolgono anche al ministero della Salute e al presidente del Consiglio dei ministri. Il documento è stato sottoscritto anche da una trentina di medici del Santo Stefano. Oltre a ribadire il loro disagio, i camici bianchi avanzano una serie di proposte, semplici ma indispensabili: aumento del personale, riduzione degli accessi al pronto soccorso, e aumento dei posti letto negli ospedali.
Il governatore della Toscana, Eugenio Giani, fa scaricabarile col Governo: “Facciamo tutto quello che è nelle nostre possibilità – dice Giani -. Siamo pronti a mettere più soldi se l’Esecutivo ce li dà”. “Se fra i fondi europei e il Pnrr avessi le risorse per poter in parte corrente dare lo stipendio a chi opera nei pronto soccorso, lo raddoppierei – afferma Giani -. Se avessi il potere di dire allo Stato di dire basta con questi numeri chiusi a medicina, io avrei già detto basta”.
Intanto sempre la Regione annuncia l’arrivo in busta baga di 90 euro lorde in più al mese per il personale del comparto sanitario assegnato ai pronto soccorso: quattro euro e mezzo per ogni giorno andranno a chi, pur non assegnato, vi presta servizio temporaneamente.
Sulle barricate per le condizioni in cui versa l’ospedale pratese, la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti, il Capogruppo di Forza Italia in Regione Marco Stella e Rita Pieri, coordinatrice regionale Azzurro Donna. “Quella del Santo Stefano è una situazione insostenibile – ripetono -. Invitiamo la Regione ad agire subito, ascoltando le proposte dei medici la cui professione oggi è terribilmente sminuita”. Proprio Stella ha depositato una mozione in cui sollecita la Regione a intervenire attraverso una serie di azioni e ad attivare, tra le altre cose, i 500 posti letto di cure intermedie individuati durante l’emergenza Covid, nell’ex Creaf. Anche il consigliere regionale della Lega Giovanni Galli si sofferma sul caso Prato parlando di “pesanti problematiche”. “Temo, purtroppo, che la forte iniziativa messa in atto da così tanti professionisti della nostra sanità, possa rimanere lettera morta – ammette Galli -. La speranza è che l’appello, essendo indirizzato anche a Roma, veda il Ministro della Sanità prendere atto delle gravi criticità, traendone le dovute conseguenze”.