Bypass 325, i sindaci della Vallata: “Aperti al confronto per un’opera strategica per lo sviluppo e la qualità della vita del nostro territorio”

Bosi, Bongiorno e Morganti intervengono dopo la presa di posizione del sindaco di Montemurlo Simone Calamai


Dopo la presa di posizione del sindaco di Montemurlo Simone Calamai, che aveva lamentato di non essere stato coinvolto nella discussione sulla prima ipotesi progettuale di bypass della Sr 325, i primi cittadini della Valbisenzio aprono al confronto con le altre amministrazioni locali, categorie economiche, enti e partiti politici. Primo Bosi, Guglielmo Bongiorno e Giovanni Morganti lo fanno in una lunga nota congiunta rimarcando come il collegamento rapido con Prato rappresenti per la Vallata un’occasione determinante per rifuggire la condizione di territorio marginale, carente di servizi in ambito scolastico, sanitario, ed assecondare l’attuale “fase storica positiva di sviluppo economico”, che vede l’incremento di occupati, l’insediamento di nuove aziende e l’ampliamento di altre e l’aumento della popolazione, non solo per le nuove nascite, ma anche per un fenomeno migratorio in ingresso.

“Questa fase – scrivono i sindaci – rischia di arrestarsi davanti alle criticità del sistema di mobilità, che queste amministrazioni segnalano da sempre, al quale manca una prospettiva di investimenti tali da permetterci di superare il gap rappresentato dalla mancanza di una mobilità adeguata alle esigenze di questo tempo”.
Nella lettera aperta i sindaci di Vaiano, Vernio e Cantagallo sottolineano le attuali difficoltà nei collegamenti con Prato, stante l’insufficienza del servizio di trasporto pubblico su ferro e su gomma e la gestione “precaria e complicata, ma soprattutto senza alternative, della SR325”, attraversata quotidianamente da oltre 20.000 transiti, “con i prevedibili rischi per la sicurezza dei cittadini e del territorio”.
“Di fatto, le oggettive difficoltà di interconnessione con le aree metropolitane di Prato, Pistoia, Firenze e Bologna – affermano i primi cittadini – pregiudicano fortemente la qualità della vita degli abitanti della Vallata ed in particolar modo di coloro che hanno necessità di spostarsi perché studenti, lavoratori dipendenti, pendolari, liberi professionisti con attività in città, cittadini bisognosi di assistenza sanitaria, imprese e aziende che movimentano merci nel distretto tessile pratese”.

I sindaci sottolineano come l’idea di chiedere un primo studio per un possibile collegamento della Vallata con l’A11 ed in particolare con il casello di Prato Ovest, un collegamento di meno di 10 km, realizzerebbe una serie concreta di obiettivi: decongestionare il traffico sulla sr325; dimezzare i tempi di percorrenza per raggiungere i servizi, migliorando così sensibilmente la qualità della vita di lavoratori, studenti, pendolari e facilitare lo sviluppo economico della Vallata rendendo più competitivo il territorio nella capacità di attrarre investimenti industriali; disporre di una viabilità alternativa in caso di blocco della SR325.

“Siamo ancora alle ipotesi, alle fasi preliminari di verifica sull’eventuale esistenza di un tracciato, e siamo convinti che la proposta di cui intendiamo discutere abbia un senso solo in un progetto complessivo ed organico di miglioramento del sistema di mobilità, che comprenda il riassetto del servizio su ferro e gomma di TPL e che non prescinda da una attenzione al miglioramento complessivo dell’impatto sull’ambiente che vada nella direzione di una diminuzione delle emissioni e dei consumi” – sottolineano congiuntamente i tre sindaci della Vallata, che continuano: “Siamo consapevoli che un’ipotesi del genere abbia bisogno  dei giusti tempi di maturazione, dei necessari confronti politici, istituzionali ed amministrativi con tutte le realtà interessate (territorio, comuni confinanti, partiti politici, categorie economiche, enti sovraordinati) e vogliamo confrontarci in tutte le sedi utili per far valere e trovare soluzioni ai bisogni della nostra Vallata. Ciò a cui però non intendiamo rinunciare è la nostra visione politica di voler superare quella condizione di territorio marginale, quell’idea di periferia e di area disagiata che se in un passato rurale ha creato condizioni di vita adeguate ai tempi, oggi non è più sufficiente ad affrontare i bisogni della comunità e le condizioni ottimali per la qualità della vita che una società moderna richiede” – concludono Primo Bosi, Guglielmo Bongiorno e Giovanni Morganti.

Leggi l’intervento integrale dei tre primi cittadini.