Chiuso il capitolo Favarin il Prato cerca ora un nuovo allenatore al quale affidare la squadra per risollevare le sorti di una stagione che si sta mettendo piuttosto male. 10 punti in 10 giornate, ma soprattutto solo 3 nelle ultime sette, sono stati fatali a Favarin, il cui rapporto con lo zoccolo duro della tifoseria era ormai compromesso definitivamente dopo i battibecchi post Budrio.
Impossibile quindi continuare a sedersi sulla panchina biancazzurra per questioni di risultati ma anche di ambiente.
Il presidente Commini ha così alzato il telefono e comunicato l’esonero al tecnico, assecondando anche il volere della piazza. Che i tifosi ormai volessero la testa del tecnico era chiaro, ma non mancano anche le critiche all’operato del direttore sportivo Leonardo Calistri, giudicato troppo acerbo. Favarin, che in carriera vanta 5 vittorie di campionati di serie D e uno di Seconda Divisione, rappresentava un top per la categoria, eppure non è bastato. Ha pagato l’assenza di risultati e il fatto di non aver fatto rendere una squadra costruita in prima persona.
Non ha avuto neanche fortuna, va detto, perché sul piano del gioco il Prato più volte ha fatto bene, ma se poi i giocatori sbagliano decine di gol a casa va l’allenatore.
Che tanti giocatori non stiano rendendo secondo le aspettative, per questioni tecniche o fisiche, è lampante, perché la rosa non è certo stata costruita per la salvezza e il curriculum di molti giocatori stride con i risultati attuali.
Come aveva sottolineato anche Commini, oltre al fatto che metà squadra sta rendendo meno di quanto dovrebbe, l’altro problema è stato di mentalità. Il Prato troppe volte non è stato in grado di reggere un vantaggio, più volte è crollato nel finale e solo una volta ha saputo reagire ad uno svantaggio portando a casa un risultato positivo. I minuti finali di Budrio in particolare hanno restituito l’immagine una squadra allo sbando.
Uscendo dal campo va anche detto che – a parte Calistri – mancano figure dirigenziali che facciano da tramite tra la società e l’allenatore, importanti quando c’è da costruire una squadra e quando c’è bisogno di aggiustare situazioni che non vanno.
Ora però c’è da rimboccarsi le maniche, perché perdere altro tempo sarebbe fatale. L’obiettivo stagionale è ovviamente ridimensionato, ma uscire quanto prima dalla lotta salvezza resta una priorità.
A chi affiderà la squadra Commini? Probabile che si cerchi una figura di esperienza, in grado di rimettere in piedi la barca anzitutto psicologicamente. I profili di Francesco Colombini e Francesco Monaco potrebbero essere quelli giusti, nelle prossime ore capiremo quale sarà la scelta.
Poi la società farà le proprie considerazioni anche sulla rosa, quando il mercato riaprirà, perché soprattutto l’assenza di un costruttore di gioco e la sterilità degli attaccanti sono evidenti. Ma adesso serve subito un nocchiero per uscire dalla tempesta.