Un consiglio d’amministrazione allargato a tutti i soci del Corertex per salutare l’arrivo dei nuovi consorziati, per fare il punto sull’attività dei settori del riuso e del riciclo e per dialogare sul futuro assieme alle istituzioni. Si è tenuta a Montemurlo, negli spazi di Materiaprima, l’iniziativa del consorzio del riuso e del riciclo tessile che per l’occasione ha deciso di organizzare un momento conviviale assieme a tutti i soci per guardare con fiducia alle sfide del futuro. A fianco del Corertex c’erano il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, il vicesindaco Giuseppe Forastiero, e il presidente di Alia, Nicola Ciolini.
A parlare dei progetti per il futuro del Corertex sono stati il presidente del consorzio, Raffaello De Salvo e il vicepresidente Fabio Marseo. Entrambi hanno spiegato la necessità di un coinvolgimento a livello ministeriale del consorzio per scrivere le nuove regole del settore, l’importanza di un dialogo fra associazioni di categoria per affrontare il tema della responsabilità estesa del produttore, e la centralità della collaborazione con le istituzioni in vista delle creazioni degli hub del riciclo tessile, uno dei quali è previsto proprio a Prato.
Dalle istituzioni è arrivata una totale disponibilità al dialogo col Corertex, col sindaco Calamai che ha ricordato l’importanza per Montemurlo e per la provincia di Prato di una realtà che conta solo per il riuso una cinquantina di aziende (per lo più a Montemurlo), per un totale di 50.000 metri quadrati coperti di capannoni, 600 addetti e una capacità annua di lavorazione di circa 70.000 tonnellate di indumenti usati.
Il presidente di Alia Ciolini si è invece soffermato sull’importanza dello sviluppo dell’economia circolare sul territorio, dando piena disponibilità alla collaborazione nell’ambito dell’hub del riciclo tessile. E a proposito di riuso e riciclo vanno ricordati i numeri del settore rappresentato dal Corertex: già oggi a Prato si è in grado di riusare fino al 66% degli abiti usati e di avviare a riciclo il 31% dei materiali lavorati, mandando in discarica solo il 3% di scarti.