Cresce nel primo semestre del 2022 l’export manifatturiero di Prato, Pistoia e Lucca, segnando un +29,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. Un valore, questo, nettamente superiore al +22,2% del dato nazionale e soprattutto al +10,1% del dato toscano. Guardando al distretto pratese, l’incremento è del +34,1%. Accanto a un indubbio incremento degli scambi che ha coinvolto nel periodo l’intero commercio mondiale, si registrano per molti settori incrementi dei prezzi che concorrono a formare le elevate percentuali di aumento dell’export segnalate dai dati Istat: dati che, come sempre, a livello provinciale riguardano i soli valori delle merci e non i volumi.
“Non bisogna però farsi ingannare – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Se le aziende riescono in molti casi a far recepire aumenti dei prezzi delle proprie merci, ben difficilmente la loro entità è tale da compensare l’enorme incremento dei costi che hanno subito sia sul versante materie prime sia, soprattutto, a causa della bolletta energetica. I dati Terna 2019 sui consumi di energia elettrica attestano che l’industria di Lucca, Pistoia e Prato rappresenta il 38% del totale regionale; saliamo addirittura al 95% nel settore cartario (Lucca-Pistoia) e al 98% nel tessile (distretto di Prato). E’ evidente che le aziende del nostro territorio sono particolarmente esposte alle turbolenze del mercato di gas ed energia elettrica: ci troviamo in una situazione anomala e pericolosissima. Questa situazione sta stravolgendo i conti delle imprese, perché gli aggravi non vengono certo recepiti totalmente dai mercati. In parte sì, come segnala anche la crescita dell’inflazione, ma siamo molto lontani da un sufficiente assorbimento dell’incremento dei costi. Pertanto questi dati apparentemente ottimi dell’export vanno guardati con occhi critici, leggendo in quelle cifre anche il dramma che vi si cela. I nostri richiami alla politica per una presa in carico della priorità-energia non vengono meno e anzi si rafforzano in questo momento pre-elettorale, in cui a tutti i candidati che hanno chiesto di incontrarci abbiamo rappresentato la durezza della situazione e la necessità di strategie efficaci sia per l’immediato che a lungo termine”
“Il dato dell’export pratese nel 1° semestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è molto consistente, +34,1% – aggiunge la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -. Ma non è affatto sorprendente: i dati di produzione ed export degli ultimi tempi ci hanno abituati a performance elevate della provincia di Prato, dovute a confronti con periodi in cui il distretto aveva subito con particolare intensità gli effetti deleteri della pandemia e delle misure per contrastarla”
Entrando nel dettaglio, il dato generale pratese dell’export nel periodo in questione è determinato essenzialmente dalle prestazioni del tessile-abbigliamento, che da solo sfiora l’80% del totale: +36,2% per il settore in questi primi sei mesi dell’anno. Ma anche tutti gli altri principali settori pratesi portano segni nettamente positivi: +55,5% la gomma-plastica, +47,9% la farmaceutica, +30% la chimica, +16,2% i prodotti in metallo e +14% il meccanotessile.
“Anche Prato è accomunata alle altre due province di Confindustria Toscana Nord nei drammatici problemi per i costi energetici – conclude Romagnoli -. Problemi che non accennano ad attenuarsi e che, nel protrarsi di questa situazione, stanno logorando il sistema. La situazione è grave e le imprese non possono farcela da sole. E’ importante che si faccia qualcosa subito, con urgenza, per diminuire la pressione dei costi, che per la sua entità non può più essere assorbita solo all’interno della filiera produttiva e che, almeno per alcune fasce di prodotti, difficilmente può essere recepita anche dal consumatore finale”.