Su 340 lavoratori occupati,139 a nero. Di questi 13 vittime di sfruttamento. Sono i dati, sconfortanti, dei controlli eseguiti nel pratese dall’Ispettorato del lavoro nel periodo compreso tra febbraio e luglio scorsi. In questi sei mesi il personale dell’Ispettorato di Prato e Pistoia ha compiuto verifiche in 59 imprese. Tutte tranne una presentavano profili di irregolarità.
In particolare sui 340 lavoratori occupati, come detto, 139 persone (il 41%) lavoravano in nero, ovvero senza alcuna tutela normativa ed economica. Un dato davvero critico, che ha comportato l’adozione di 44 provvedimenti di sospensione di altrettante attività d’impresa, pari all’83% del totale. Tra i lavoratori in nero, “13 sono risultati oggetti di vero e proprio sfruttamento, con risvolti penali a carico dei datori di lavoro al vaglio dell’autorità giudiziaria”.
Tra le attività controllate nel bimestre giugno-luglio 2022 – continua la nota dell’Ispettorato del Lavoro – sono state svolte specifiche verifiche nel settore agricolo degli ‘orti cinesi’, ovvero in serra, che hanno accertato l’impiego di lavoratori clandestini, in nero, irregolari, anche di nazionalità pachistana, cingalese, nord africana, gestite e condotte da cittadini cinesi.
“All’esito di questi accertamenti – svolti insieme ad Asl e Carabinieri forestali – sono emersi in alcuni casi di attività di sfruttamento della manodopera clandestina con rilevanti profili penali, ma anche gravi rischi biologici e per la salute pubblica inerenti a produzioni ortofrutticole con sementi non tracciati e uso di prodotti illegali fitosanitari”.
Ancora, “numerose realtà produttive, per i profili di lavoro nero e per gravi carenze di sicurezza, sono state destinatarie di provvedimenti di sospensione immediata dell’attività, revocate solo a fronte di avvenuta e comprovata regolarizzazione”. Anche in agosto è proseguita, si spiega, l’attività di monitoraggio e verifica in collaborazione con gli altri enti e forze dell’ordine.