È morto Fulvio Silvestrini, conosciuto in città per il suo grande impegno nel mondo della cultura e dell’educazione. Aveva compiuto 83 anni da pochi giorni ed è deceduto a causa di un malore che lo ha colto mentre si trovava in auto. Quella stessa macchina, una Fiat Panda, con la quale ogni giorno si recava in edicola a Grignano per comprare quotidiani e riviste. La lettura, l’informazione a mezzo stampa, la conoscenza del mondo e delle grandi questioni internazionali come di quelle locali erano il suo pane quotidiano. In tanti lo ricordano presente, sempre in prima fila, a tutti gli incontri, i dibattiti pubblici organizzati dai comitati cittadini, dai partiti o dalle parrocchie. E proprio queste ultime per molti anni sono state la sua casa. Era originario di Città di Castello come monsignor Pietro Fiordelli e arrivò in città con la famiglia per seguire il primo vescovo residenziale di Prato. Con il fratello gemello Siro entrò in Seminario ed entrambi furono ordinati sacerdoti. Siro andò missionario in Brasile, dove è rimasto fino alla morte, avvenuta pochi anni fa, mentre Fulvio fu anche nominato parroco della neonata comunità delle Fontanelle. Siamo negli anni Settanta e in quel periodo di accesi contrasti e grande fermento Fulvio Silvestrini decise di lasciare l’incarico in diocesi e di dedicarsi a nuovi progetti. Non chiese mai la dispensa dal ministero sacerdotale, ma smise di essere don Fulvio.
Negli anni dette vita a esperienze come la Bottega dell’Arte e il Centro Gabbiano Jonathan Livingston, un doposcuola e luogo di formazione dove accolse moltissimi ragazzi. In città animò e fu tra i protagonisti del dibattito contro sulla costruzione della multisala tra la tangenziale e la declassata.
Il funerale sarà celebrato domani, venerdì 2 settembre, alle ore 10 nella basilica di Santa Maria delle Carceri.