Aperta la causa di beatificazione di Renzo Buricchi, il «Tabaccaio di Prato»
In duomo proclamato l'editto che dà l'avvio all'inchiesta diocesana con la raccolta di scritti e testimonianze. Ecco chi era
«Lieti nel Signore vi comunichiamo che il prossimo 8 ottobre 2022 nella sala del capitolo del complesso di San Domenico in Prato alle ore 10 si svolgerà la prima sessione dell’inchiesta diocesana della beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Renzo Pietro Buricchi». Il cancelliere vescovile don Vincent Souly ha dato lettura pubblica dell’editto con il quale si è aperta ufficialmente la causa per far diventare Beato il «Tabaccaio di Prato».
La notizia è stata annunciata nel corso di una messa presieduta ieri, domenica 19 giugno, in cattedrale dal vescovo Giovanni Nerbini, alla presenza del postulatore della causa don Alessandro Andreini, dei nipoti e dei discepoli di Buricchi.
Nato a Seano nel 1913, era di estrazione contadina e comunista – i suoi cugini, i partigiani Bogardo e Alighiero Buricchi furono tra i protagonisti della Resistenza – arrivò a conoscere Dio attraverso l’osservazione della natura. Il suo nome, la sua figura e la sua originale teologia, iniziano a uscire dal «nascondimento», come ama dire chi lo ha conosciuto, grazie al libro del suo biografo Marcello Pierucci, intitolato Un cipresso per maestro. I primi a rimanere affascinati dalle sue parole e dalla sua mistica sono stati il vescovo emerito Gastone Simoni e don Giuseppe Billi, che diverrà assistente spirituale dei piccoli cerchi, i gruppi di preghiera nati nel nome del Tabaccaio.
«È stato un personaggio davvero straordinario nella sua assoluta semplicità e ordinarietà di vita che ha segnato profondamente, attraverso il suo stile e la sua preghiera, quanti lo hanno incontrato, anche occasionalmente – ha detto il vescovo Nerbini nell’omelia – al punto che, a molti anni di distanza dalla sua morte, il suo ricordo non solo non si è attenuato in chi lo ha conosciuto e frequentato ma è andato crescendo arrivando a toccare le persone lontane del tempo e nello spazio dalla sua vicenda umana e cristiana».
Il postulatore don Alessandro Andreini ha confermato che «ci sono tante persone che vedono in Renzo Buricchi un uomo che ha vissuto il Vangelo in maniera seria, radicale e, questo lo verificheremo, in maniera eroica. Con questa causa di beatificazione la Chiesa ha dato risposta alla voce del popolo». Compito del postulatore è quello di raccogliere documenti e testimonianze che possano aiutare a ricostruire la vita e la santità del soggetto.
La prima fase, detta diocesana, inizia con l’apertura ufficiale del processo e il candidato viene definito servo di Dio. Chi ricevesse grazie o favori per intercessione di Buricchi può darne comunicazione scrivendo a alessandro.andreini1965@gmail.com.
Chi era Renzo Buricchi
Un profeta, un santo laico, ma anche un «mezzo matto». Per oltre quarant’anni Renzo Buricchi ha servito caffè e venduto sigarette nel suo bar in piazza del Comune a Prato. Era un tipo alquanto singolare, questo lo sapevano i tanti clienti che lo sentivano parlare dietro il bancone mentre era intento a eseguire le ordinazioni. Lui, cugino dei fratelli Buricchi, i partigiani morti a Poggio alla Malva, appartenente al partito comunista, parlava sempre di Cristo e del suo amore per l’uomo. In pochi si sarebbero aspettati che il tabaccaio di piazza del Comune fosse considerato degno di iniziare un processo di beatificazione su richiesta della Diocesi di Prato.
Il tabaccaio, scomparso nel 1983, di origine contadina e semi analfabeta, ha nutrito un amore profondo per l’uomo e per il mistero che lo lega a Dio e a Cristo. A far scoprire la sua storia è stato Marcello Pierucci, amico e testimone di quel periodo, attraverso il libro «Renzo Buricchi. Il mistero eterno, la natura e i piccoli cerchi sul cammino del tabaccaio di Prato», mentre un’altra opera, «Un cipresso per maestro», sempre a firma di Pierucci, sta viaggiando grazie al passaparola verso la quinta edizione.
«Questi libri hanno iniziato un cammino molto simile a quello di Renzo – dice Marcello Pierucci –, quasi silenzioso ma allo stesso tempo contagioso. La vita, le catechesi e il suo esempio sono un tesoro nascosto, chiunque conosce questa storia ne rimane incuriosito e affascinato». Sono stati mons. Gastone Simoni, vescovo di Prato fino al 2012, e don Giuseppe Billi, assistente ecclesiastico del «Cenacolo», l’esperienza che intende proseguire il cammino spirituale di Buricchi, a contribuire maggiormente alla diffusione del pensiero del tabaccaio profeta. Il vescovo emerito Franco Agostinelli e il suo vicario mons. Nedo Mannucci, hanno voluto rinnovare l’attenzione della Chiesa pratese verso questo autentico testimone di fede, mentre il vescovo Giovanni Nerbini ha deciso di dare l’impulso decisivo all’avvio del processo di beatificazione.