Vernio, torna dopo due anni la Festa della Polenta
La rievocazione storica slitta però a maggio. Morganti e Sarti: “Festa di comunità, un valore per tutti”
Vernio non vuole rinunciare alla secolare rievocazione storica della Festa della Polenta che avrebbe dovuto tenersi il 6 marzo, prima domenica di quaresima. Il sindaco Giovanni Morganti, il presidente della Società della Miseria, Piero Sarti, con l’assessore alla Cultura Maria Lucarini hanno annunciato che la grande festa si terrà domenica 22 maggio.
Appuntamento tra qualche mese, dunque, in una fase – tutti sperano – lontana dalla pandemia e dalla guerra. “Quella della polenta è una festa di comunità, ha un valore importante e condiviso, caratterizzato dalla mobilitazione corale dei volontari e dei cittadini, non volevamo rinunciare anche quest’anno”, sottolinea il sindaco Giovanni Morganti. Il presidente della Società della miseria, Piero Sarti, mette in evidenza che “sono già in corso i preparativi e si conta nella partecipazione di decine di gruppi storici di tutta la Toscana mentre saranno seguiti tutti i protocolli di sicurezza anti-Covid necessari”. L’assessore Maria Lucarini è impegnata a dare tutto il supporto necessario e parla di “una iniziativa che vuole essere prima di tutto un gesto di speranza in un tempo pieno di eventi drammatici”.
L’anno scorso e quello precedente il tradizionale evento era stato purtroppo annullato a causa dell’emergenza Covid. L’edizione che verrà celebrata a maggio sarà la 444esima. A proclamare la nuova data è stato in prima persona il Conte Bardi con il suo elegante abito in costume. La Festa della Polenta rappresenta per Vernio l’evento più importante dell’anno, con il quale si celebra la storia del territorio legata a quella del nobile casato de’ Bardi, che per cinque secoli ha governato questi territori.
Nota anche come la Festa della Miseria o Pulendina, la celebrazione rievoca la terribile carestia che colpì Vernio nel 1512, in seguito all’invasione spagnola della Toscana e al Sacco di Prato. La popolazione si salvò grazie ai Conti Bardi, che ordinarono la distribuzione di polenta dolce, fatta con farina di castagne, aringhe e baccalà. Dalla fine del XVI secolo ogni prima domenica di quaresima sulla piazza di San Quirico si celebra la rievocazione, con una manifestazione tramandata negli anni grazie anche all’impegno della Società della Miseria. Il Corteggio storico a Vernio è animato dal Gruppo Storico dei Conti Bardi, nato nel 1988 all’interno della Società della Miseria, un’ensemble di figuranti i cui abiti sono filologicamente ricreati su esemplari del XVI secolo.
I costumi, realizzati a mano, vengono creati dopo un’attenta indagine iconografica sull’epoca rinascimentale. Fonti primarie sono i capolavori della ritrattistica della corte dei Medici di Agnolo Bronzino, ma anche quelli di Giovan Battista Moroni e di altri artisti cinquecenteschi: Tiziano Vecellio e Giorgio Vasari. Un’attenta ricerca è stata applicata anche nella scelta dei tessuti impiegati nella confezione degli abiti, con l’intento di replicare gli originali dell’epoca, veri e propri intarsi di velluto, raso e damascati tipici della manifattura fiorentina. Oggi il corteggio si svolge rispettando l’atmosfera di una manifestazione rinascimentale. I figuranti sono quaranta tra armigeri, dame, nobili, fanciulli, paggi, uomini della corte, mentre 20 persone costituiscono il Gruppo Gastronomico della Società della Miseria con abiti da popolani. Il corteo, con in testa il gonfalone del Gruppo Storico Conti Bardi, si apre presentando il Feudo con nove paggi che reggono bandiere con l’effige degli stemmi delle nove terre di Vernio, come sono documentati in una carta del XVIII secolo conservata nel Castello Guicciardini di Poppiano. La sfilata si conclude in piazza del Comune a San Quirico, dove, in una suggestiva coreografia, i figuranti si dispongono lungo le scale di ingresso dell’Oratorio di San Niccolò. Il Consigliere di Corte legge una storica pergamena che rievoca il leggendario gesto dei Conti Bardi e dà così inizio alla festa con la distribuzione gratuita di polenta dolce alle autorità e ai partecipanti.