18 Febbraio 2022

“Voci dall’altra parte della città”: nasce un dialogo tra studenti e detenuti

Organizzato dalla Polizia municipale, l'incontro online mira a disinnescare atteggiamenti autodistruttivi o violenti nei giovani, aumentati a causa della pandemia


Il carcere viene spesso visto come una realtà parallela, una città a sé: l’incontro “Voci dall’altra parte della città” ha invece dimostrato che la Dogaia è solo un altro pezzo di Prato in grado di comunicare con gli altri, ad esempio con le scuole. Sei classi del Liceo Copernico hanno avuto la possibilità di incontrare virtualmente due detenuti, Pasquale e José, che si trovano al termine di un percorso di reinserimento lavorativo e sociale. A coordinare l’evento è stata la Polizia municipale, che all’interno della propria Sala multimediale ha ospitato anche il sindaco Matteo Biffoni e l’assessore alla Polizia municipale e alla Sicurezza urbana Flora Leoni.

I giovani studenti hanno posto varie domande a Pasquale e José, cominciando dalle curiosità sulla vita nel carcere. La conversazione ha poi toccato punti estremamente profondi, come ad esempio una riflessione sugli effetti che un’incarcerazione ha sulla famiglia del detenuto. “In un momento di disagio – ha raccontato José – non ho saputo reagire in modo positivo e ho commesso un reato, causando sofferenza alla mia famiglia e lacerando il rapporto con alcuni dei miei famigliari. Ora sono qui e pagherò, ma in situazioni simili dobbiamo tirare fuori il meglio di noi”. Gran parte del successo del loro percorso all’interno della Dogaia, Pasquale e José lo devono alla possibilità di seguire corsi universitari: un modo per avere una seconda possibilità. Pasquale si è laureato in Economia e Commercio, mentre José sta per conseguire una laurea in Storia moderna, una materia che, ritiene, fa capire chi sei e da dove vieni. C’è stato anche spazio per una discussione sul problema del sovraffollamento delle carceri. Gli studenti del Copernico hanno chiesto se effettivamente il carcere tenda alla “rieducazione del condannato”, come sancito dall’articolo 27 della Costituzione. Pasquale e José si sono detti concordi nel ritenere gli sforzi del sistema carcerario italiano non adeguati: il sovraffollamento, infatti, impedisce di creare percorsi ad hoc per reinserire ciascun detenuto. Questo, a sua volta, causa un altissimo tasso di recidività nelle carceri italiane.

“Voci dall’altra parte della città” è stato organizzato dalla Polizia Municipale di Prato, in collaborazione con il Comune, sia per dare modo ai detenuti di entrare in contatto con una parte della società in cui presto rientreranno, sia per mettere in guardia i ragazzi sulle conseguenze di condotte antisociali che sembrano essersi acuite con la pandemia, dall’abuso di droghe e alcool alle aggressioni violente.
Il comandante della Polizia Municipale Marco Maccioni e Martina Giuliattini, giovane volontaria del servizio civile regionale, ci parlano di questo argomento nel video: