La nuova frontiera educativa – per molti versi un’emergenza – riguarda l’uso consapevole del web da parte dei bambini e dei ragazzi. È questo uno degli aspetti del Safer Internet Day, la giornata internazionale per la sicurezza online, che si celebra oggi in tutto il mondo.
Proprio su questo complesso e preoccupante fronte la cooperativa Servizi Educazione Digitale (SED), con il sostegno convinto della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, ha messo a punto il progetto Cyber Education. Una iniziativa che coinvolge i ragazzi delle elementari e medie di sette istituti comprensivi del territorio – Lippi, Malaparte, Primo Levi, Convenevole, Bartolini di Vaiano, Pertini di Vernio, Mazzei a Poggio a Caiano – e una scuola superiore, l’istituto tecnico-professionale Datini.
La Cooperativa Servizi Educazione Digitale si occupa dal 2016 di educazione al corretto uso del web. Al lavoro c’è un gruppo di professionisti ed esperti: gli psicologi Francesco Brizzi, Francesco Pagnini e Valentina Magrini con l’educatrice digitale, Francesca Morelli. “La nostra è un’attività educativa specifica che affronta in modo innovativo il contesto digitale in tutte le sue forme – sottolinea Francesco Brizzi – Siamo inoltre gli unici soggetti a svolgere sul territorio un’attività approfondita di monitoraggio, fondamentale per affrontare un fenomeno che peraltro è in continua evoluzione”.
“Questo progetto costituisce una iniziativa preziosa di attenzione a una problematica educativa che sta emergendo in maniera preoccupante – mette in evidenza Franco Bini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio – La scelta di campo della Fondazione in questa fase è del resto proprio quella di mettere al primo posto il sostegno alle iniziative per l’educazione e la formazione dei giovani”.
Il progetto Cyber Education comprende attività formative diversificate a seconda dell’età ma si occupa anche di monitorare i comportamenti a rischio internet, attraverso un’indagine mirata, basata su questionari.
I primi dati del monitoraggio
In vista del Safer Internet Day gli esperti di SED hanno “lavorato” i primi 750 questionari (in tutto saranno poi 2500), compilati in forma guidata da ragazze e ragazzi che frequentano la seconda, la terza media e la prima superiore. I risultati – di seguito ne vengono elencati soltanto alcuni – saranno oggetto di un accurato approfondimento nei prossimi mesi.
Di certo non mancano gli elementi di preoccupazione. Il 56% degli studenti intervistati dichiara di fare la conoscenza con nuove persone attraverso le chat, quindi non chiedendo l’amicizia tramite social ma conversando direttamente con le apposite app, attraverso la frequentazione di gruppi, contatti o direct a disposizione nei social più usati. Il 31% racconta che già nella fascia di età 11/13 anni si fa accesso volontariamente alla pornografia. Il 22% ammette di aver ricevuto e visto contenuti estremamente violenti (abusi, torture e sevizie su adulti, bambini o animali) tramite la messaggistica istantanea in generale. Il 19% è entrato in contatto con aree tematiche di discussione (gruppi di mess. o pagine social) in cui si incitava a comportamenti violenti o lesivi per la persona, riguardo ai disturbi alimentari, pratiche autolesioniste, incitazione alla violenza verso gli affetti, discriminazione verso categorie di minoranza. Al 16% è stato proposto da parte di uno sconosciuto online la possibilità di avere una ricompensa in denaro (su PayPal, credito telefonico o crediti nei giochi) in cambio di foto o video. Il 43% degli intervistati dichiara di essersi realmente preoccupato per eventi vissuti attraverso la rete come offese, richieste inadeguate da sconosciuti o contenuti estremamente violenti inviati attraverso le chat.
Le azioni di prevenzione nelle scuole
Una risposta fondamentale a questi segnali di allarme è il lavoro che lo staff di SED sta conducendo nelle scuole: laboratori per la prevenzione al bullismo e cyberbullismo (seconde medie), incontri sull’identità digitale e la cittadinanza digitale (educazione civica per le terze medie), attività per la prevenzione del cyberbullismo e dipendenza da online gaming (quinte elementari), un percorso – per le prime classi del Datini – orientato alla prevenzione della discriminazione provocata dagli stereotipi creati sui social come Instagram e tik tok.
Il progetto coinvolge anche i genitori e prevede un corso di formazione specifico dedicato ai docenti che fanno parte dei team di prevenzione al cyberbullismo di ogni scuola. Un intervento a tappeto, dunque, che attraverso 500 ore di lavoro frontale degli esperti nelle scuole, arriva a coinvolgere circa 4000 soggetti tra studenti, genitori e docenti.
Il finanziamento della Fondazione ha permesso di sviluppare un software per la raccolta, immagazzinamento ed analisi dei dati messo a punto dall’ingegner Lorenzo Berti e Cyber.net di Prato.