Ai parenti di Luana D’Orazio, la giovane operaia morta il 3 maggio scorso in un’incidente sul lavoro nell’azienda tessile in cui lavorava a Montemurlo, spettano 166mila euro di indennizzo da parte dell’Inail. È quanto ha calcolato l’Istituto, in base alle sue tabelle, secondo quanto riportato oggi da La Nazione.
Nel settimanale Oggi, in edicola da ieri, è invece pubblicata un’intervista a Luana Coppini. L’imprenditrice – indagata assieme al marito Daniele Faggi e al tecnico manutentore esterno Mario Cusimano per la morte della 22enne apprendista operaia – ha parlato per la prima volta dalla tragedia, ammettendo alcune responsabilità. “Mi sento responsabile della morte di Luana, avrei dovuto vigilare di più. Sono un’imprenditrice operaia. Lavoro anch’io davanti alle macchine, in un altro reparto. Dovevo essere più presente anche in quello dove lavorava lei. Siamo una piccola azienda, avrei potuto”.
Sulla manomissione dei dispositivi di sicurezza dell’orditoio in cui la giovane ha perso la vita, Luana Coppini ha ribadito quello che aveva già detto al pm durante l’interrogatorio di garanzia e quello che hanno sempre sostenuto i suoi legali, Barbara Mercuri e Alberto Rocca.
“Non l’ho mai saputo. Sarei intervenuta immediatamente. Non avrei mai messo a rischio l’incolumità dei miei ragazzi. È fuori da ogni logica. Oltretutto la produzione con o senza sistemi di sicurezza sarebbe stata identica, nessun guadagno in più. Solo rischi”.
Lo scorso dicembre la procura di Prato ha chiuso le indagini chiedendo il processo per Coppini, per il marito Daniele Faggi, che l’accusa considera titolare di fatto dell’azienda, e per il tecnico manutentore esterno della ditta, Mario Cusimano. I reati di cui dovranno rispondere sono quelli di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche, fattispecie contestata per le modifiche tecniche apportate ai sistemi di sicurezza di cui il macchinario che ha ucciso la ragazza, un orditoio da campionatura, è dotato. Il processo si aprirà il 7 aprile. In vista dell’udienza preliminare Coppini ha fatto sapere di aver scritto una lettera all’assicurazione dell’azienda, che ancora non si è espressa sul risarcimento ai familiari della vittima, per sollecitarla a provvedere secondo giustizia ed equità.