1 Dicembre 2021

Rinnovato il protocollo contro lo sfruttamento lavorativo

Comune, Regione, Procura, Sistema Antitratta, L'Altro Diritto, Cgil, Cisl e Uil insieme per aiutare le vittime


E’ stato rinnovato stamani nell’Auditorium del Centro per l’Arte Contemporanea Pecci il ” Protocollo d’intesa in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni di sfruttamento lavorativo e di tutela delle vittime” – il primo è del 2018 –  che integra il Piano Lavoro Sicuro rinnovato alla fine dell’anno scorso fino al 31 dicembre 2023 e finanziato dalla Regione Toscana con 1,5 milioni di euro. A firmare l’intesa sono stati il Comune, la Regione Toscana, la Procura della Repubblica di Prato, il Sistema Antitratta Satis, il Centro di ricerca Interuniversitario L’Altro Diritto e i sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Il Piano Lavoro Sicuro
Il punto di partenza è stato il rogo della Teresa Moda nel cuore del Macrolotto il 1° dicembre 2013, in cui morirono 7 operai cinesi, cinque uomini e due donne, che lavoravano e vivevano nel capannone fianco a fianco con le taglia e cuci: in 8 anni si sono susseguite quattro fasi corrispondenti ai Patti firmati dalle Istituzioni locali per contrastare in maniera netta e decisa l’illegalità che non garantiva ai lavoratori i diritti più elementari e che creava economia sommersa, lavoro nero e forme di sfruttamento e vera e propria schiavitù con turni di 14 ore di lavoro senza giorni di riposo.  Nelle 4 Fasi del Piano Lavoro Sicuro sono state controllate 9.500 aziende cinesi a Prato con un incasso dalle sanzioni elevate per diverse irregolarità pari ad oltre 20 milioni di euro, che in pratica ha ripagato l’investimento fatto dalla Regione soprattutto per l’impiego degli Ispettori e dei mediatori linguistici.

Dal 1 gennaio scorso, i controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro sono entrati nella modalità ordinaria: alle imprese cinesi sono indirizzati 1200 controlli annuali. Nel complesso rispetto ad un totale del 5% di ispezioni richieste a livello nazionale, nel nostro territorio si riescono a verificare l’8% delle aziende presenti.

“Quella del Teresa Moda è stata la più grave tragedia della storia del lavoro a Prato – ha affermato il sindaco Matteo Biffoni – Le persone che sono morte lì sono diventate un simbolo della necessità di cambiare lo stato delle cose e nel corso degli anni abbiamo deciso di controllare in modo costante la commistione tra luogo di lavoro e di vita, con tutti i rischi del caso. Adesso i numeri ci danno ragione, il fenomeno si è molto ridotto da allora grazie al lavoro della Procura e delle Istituzioni locali, e quindi l’attenzione si sposta su un altro tema che ci preoccupa, che è quello dello sfruttamento di chi è in situazione di fragilità. L’idea è di mettere in piedi una rete che aiuti queste persone, un sistema a cui loro possano rivolgersi, con al centro lo sportello antisfruttamento istituito all’assessorato all’Immigrazione che prenda in carico chi decide di denunciare, creando un percorso per  uscire dallo sfruttamento, la Procura colpirà gli sfruttatori e i sindacati daranno indicazioni importanti sulle situazioni da monitorare. E’ una rete che può diventare un modello nazionale”.

Il sistema toscano S.A.T.I.S. fornisce personale qualificato per svolgere presso lo sportello colloqui di identificazione per le ipotetiche vittime di sfruttamento lavorativo, fornendo in caso di bisogno mediatori linguistico-culturali qualificati.