Aveva 23 anni ed è la più giovane vittima del Covid in Toscana dall’inizio della pandemia.
La giovane, di origine cinese, è deceduta martedì all’ospedale Santo Stefano, dove era ricoverata da due settimane e non era vaccinata contro il virus. Fin dal ricovero le condizioni della ragazza sono apparse gravi: trasferita nel reparto di terapia intensiva, nemmeno l’intubazione le ha permesso di tornare a un quadro clinico stabile, sino al precipitare della situazione che ha portato alla sua morte. Nello stesso giorno, sempre a Prato, si è registrato il decesso di due uomini di 43 e 53 anni, anch’essi cinesi. Il più giovane non era vaccinato, il 53enne aveva fatto solo la prima dose.
La notizia della morte della 23enne si è diffusa rapidamente nella comunità cinese di Prato, creando allarmismo e accelerando la corsa alla vaccinazione.
Se nelle prime fasi della pandemia i cittadini cinesi di Prato sembravano essere colpiti in maniera minima dal contagio, in queste ultime settimane sono aumentati significativamente la diffusione del covid, i ricoveri e anche i decessi tra la comunità orientale. Ormai la quasi totalità dei nuovi ingressi in ospedale per covid riguarda cittadini cinesi. Da quando l’Asl ha aperto alla vaccinazione anche senza tessera sanitaria sono circa 12mila i cinesi che si sono già vaccinati senza prenotazione, con ritmi anche di 400 al giorno. Effetti che si riscontrano con il calo netto degli ingressi in ospedale. Se ai primi di agosto erano tra i 12 e i 13 al giorno i cinesi non vaccinati che arrivavano al Santo Stefano bisognosi di cure, attualmente si viaggia ad una media di 2-3 nuovi accessi quotidiani. Ma per avere risultati ancora migliori e raggiungere il maggior numero di persone continua la collaborazione con la rete delle associazioni ed il consolato cinese.