Il Pd fa tre domande al sindaco sul caso Sasch


La segreteria provinciale del Partito democratico esprime rammarico e forte preoccupazione per l’ epilogo della vicenda Sasch e pone in proposito al sindaco Cenni tre domande.Ecco di seguito il documento della segreteria Pd.

“La richiesta di fallimento in proprio ed il naufragio delle più volte annunciate strategie di rilancio del gruppo, ci obbligano a riflettere sulle conseguenze delle ricadute economiche e sociali sulla nostra città e sul  distretto. Si tratta di un ulteriore duro colpo al già fragile sistema del manifatturiero pratese, un fatto che deve spingere tutti ad interrogarsi sulle scelte e le prospettive di un comparto che ha bisogno di recuperare. Questo potrà avvenire se, in primo luogo da parte degli imprenditori, si smetterà di guardare al mercato globalizzato solo in  funzione della riduzione dei costi di produzione, con politiche di delocalizzazione a scapito della qualità del prodotto. Ora bisognerà operare affinché i costi e le ferite di questo fallimento non ricadano esclusivamente sui lavoratori e sui terzisti.
Sin dall’inizio della vicenda ci siamo tenuti  lontano dalla strumentalizzazione politica  per senso di responsabilità nei confronti di tutti coloro che a vario titolo (lavoratori, artigiani, professionisti, fornitori, ecc..) si sono trovati coinvolti nel tracollo finanziario del gruppo Sasch.
Oggi però crediamo sia giunto il momento per il sindaco Cenni di chiarire prima di tutto alla città, quindi in Consiglio comunale i contorni della vicenda e il suo ruolo attuale.
Per la prima volta i pratesi si ritrovano un sindaco che incarna nel contempo due ruoli: salvaguardare gli interessi strategici della città, e agire per il meglio per tutelari gli interessi personali e di famiglia all’ interno di una vicenda industriale ormai al tramonto.
Interesse del Pd  non è la denigrazione dell’avversario ma il rilancio della città a cui sentiamo di dover concorrere anche dal ruolo di opposizione. Preoccupa un sindaco che, presentatosi come imprenditore di successo in grado di interpretare la civicità dei pratesi imponendo all’amministrazione pubblica la sua mentalità imprenditoriale, oggi  appare sempre più disorientato e confuso prigioniero di tensioni e diatribe interne alla sua stessa maggioranza. Prato non deve pagare il prezzo di questa situazione.
Il Pd non specula su aspetti personali ma chiede al sindaco,  affinchè si possa essere sicuri di riconoscere nella sua figura e nella giunta interlocutori trasparenti ed efficaci,  di rispondere a  tre domande precise, che permettano, fugati tutti i dubbi, di continuare il confronto politico nel merito delle scelte per il rilancio della città.

1) In questi anni difficili tutti i sindaci di fronte alle crisi aziendali si sono impegnati a  rappresentare gli interessi collettivi  cercando di minimizzare i danni, il sindaco Cenni ritiene di essere in grado, nella vicenda Sasch, di esercitare senza condizionamenti ed efficacemente questo ruolo?

2) Il sindaco può garantire per quanto di sua competenza di aver messo in piedi tutte le azioni necessarie per evitare lo smantellamento del gruppo Sasch e la conseguente perdita  di centinaia di posti di lavoro?

3) Il sindaco può garantire alla città che il suo ruolo non avrà conseguenze sugli sviluppi economici e giudiziari delle procedure fallimentari legate alle imprese coinvolte nel crac della Sasch?”