Al bando del Comune, nell'aprile 2020, arrivarono oltre 5.000 domande, di cui 3.301 finanziate con fondi statali
Sono venticinque le persone che nei mesi scorsi hanno percepito indebitamente i buoni spesa del Comune di Prato, omettendo di dichiarare, nella presentazione della domanda, di essere già percettori di altri contributi, quali ad esempio il reddito di cittadinanza, la cassa integrazione o altre elargizioni statali, regionali e comunali. Lo ha accertato la guardia di finanza, che ha effettuato controlli a campione sulle 5.301 domande pervenute al Comune nell’aprile 2020, di cui 3.301 furono finanziate grazie a fondi statali messi a disposizione dal governo Conte.
Era il periodo del primo lockdown e per ovviare alla crisi economico-sociale innescata dal Covid, il Comune di Prato distribuì 1 milione di euro alle famiglie più bisognose per l’acquisto di prodotti alimentari e generi di prima necessità. Per avere diritto al contributo – da un minimo di 100 a un massimo di 400 euro per nucleo familiare – occorreva autocertificare la situazione economico-patrimoniale ed indicare eventuali altri sussidi ricevuti. I 25 furbetti dei buoni spesa avevano omesso di comunicare questi ultimi cespiti, come scoperto dalle Fiamme Gialle pratesi, grazie all’incrocio di informazioni con le banche dati in uso ai finanzieri e ad altra documentazione richiesta agli interessati.
La dichiarazione degli altri sussidi ricevuti, pur non determinando l’automatica esclusione dal beneficio, avrebbe comportato uno slittamento nella graduatoria degli aventi diritto.
Le posizioni irregolari sono state segnalate al Comune di Prato per il recupero delle somme incassate indebitamente, quantificate in diverse migliaia di euro; i 25 furbetti dei buoni spesa saranno sanzionati per indebita percezione di erogazioni pubbliche.