17 Ottobre 2011

Sasch verso il fallimento
Idv: “Cenni faccia un passo indietro”


Naufraga definitivamente il tentativo di salvataggio di Sasch. Sabato mattina, meno di venti giorni prima dell’assemblea dei creditori, l’azienda che fa capo al sindaco Roberto Cenni ha presentato al tribunale di Prato la revoca del concordato e l’istanza di fallimento in proprio. Come scrivono in una nota gli avvocati dell’azienda, la scelta è avvenuta dopo che “il gruppo di imprenditori romani facenti capo all’ Istituto Medio Termine investimenti non ha dato seguito alla proposta di acquisto del gruppo Sasch formulata lo scorso aprile”. La trattativa con altri investitori era la condizione per mantenere la continuità aziendale e per sostenere un concordato con 95 milioni di debiti, che avrebbe riconosciuto ai creditori chirografari (fra cui banche, per 65 milioni, e fornitori) il 18,71% dei crediti dovuti. Adesso invece la grave prospettiva è quella del fallimento, e con essa si allungano i tempi di attesa dei creditori. La richiesta di fallimento in proprio riguarda oltre che Sasch, anche altre nove aziende distributive del gruppo: aero studios, viale veneto, Corsitalia, Australia, Primo, Sator, Gerarld, Fin con e Viale Libia.

La notizia dell’istanza di fallimento chiesta da Sasch ha innescato il dibattito politico. Il primo ad intervenire a difesa del sindaco, prima ancora che arrivassero reazioni dall’opposizione, è stato il coordinatore provinciale del Pdl Riccardo Mazzoni, che ha bollato come “forzata e inopportuna ogni strumentalizzazione della vicenda” e ha definito quella di Sasch “una mossa tecnica volta a rimettere nelle mani del tribunale la decisione su ogni atto futuro per una maggiore tutela dei creditori”. Di parere contrario l’Italia dei valori che invita il sindaco Cenni a fare un passo indietro. “Prato non ha bisogno di sindaci che gli procurano imbarazzo. Oggi scopriamo che la Sasch presenta una istanza di fallimento in proprio. Domani cosa ci diranno i curatori fallimentari? La contabilità del Gruppo è limpida o dovremo aspettarci qualcosa che dal fallimentare passa al penale?” si chiede la segreteria provinciale dell’Italia dei valori.

Sulla vicenda interviene anche il presidente del consiglio comunale Maurizio Bettazzi, che invita ad una “sobria ed attenta distinzione e separazione tra il ruolo di sindaco e quello di privato cittadino, azionista di riferimento della società”.