Due case di appuntamento e altrettanti veicoli sequestrati e cinque persone denunciate per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. È il bilancio dell’operazione dei carabinieri e della polizia municipale di Prato, che vede indagati un 60enne italiano e altri complici cinesi: una 45enne incensurata, un’altra donna 43enne, un imprenditore di 44 anni ed un 65 enne già noto per precedenti specifici. Vittime dello sfruttamento giovani ragazze orientali, maggiorenni, che periodicamente venivano sostituite. Durante le indagini, attive dalla fine del 2020, gli inquirenti hanno documentato centinaia di incontri organizzati dagli indagati per consentire a giovani prostitute cinesi di accompagnarsi ad una svariata tipologia di clienti, prevalentemente connazionali, ma anche italiani e di altre nazionalità. L’attività di prostituzione si svolgeva prevalentemente a’interno di una delle abitazioni sequestrate, situata in via Marini, dove la maitresse, assieme ai complici, gestiva le ragazze e si occupava di promuoverne il business confezionando volantini in lingua cinese da distribuire ed affiggere in varie parti della città.
Alcuni appuntamenti avvenivano direttamente presso le abitazioni dei clienti, oppure in camere di compiacenti alberghi nella città di Prato. In questo caso era il 60enne italiano ad occuparsi di accompagnare le prostitute, assicurando un pronto ed efficiente servizio di trasporto a qualunque ora gli venisse richiesto.
Decisamente alto il giro d’affari documentato dagli inquirenti. Affari che erano incrementati nei mesi scorsi, nonostante e in dispregio di tutti i provvedimenti anti-covid.
La pandemia era anzi considerata un’opportunità dalla stessa maitresse, che nel corso di conversazioni da lei intrattenute sia con i complici che con i clienti, intercettata, si compiaceva del fatto che le restrizioni e le limitazioni alla vita sociale avevano avuto come conseguenza un incremento degli affari.