22 Maggio 2021

Sfruttamento del lavoro, l’Ufficio immigrazione rilascia tre permessi di soggiorno per protezione sociale ad altrettanti operai


L’Ufficio immigrazione della Questura di Prato ha rilasciato tre permessi di soggiorno per protezione sociale nei confronti di altrettanti cittadini stranieri, vittime di sfruttamento del lavoro. Si tratta di tre cittadini bengalesi, emersi come vittime nel corso dell‘inchiesta condotta dalla squadra mobile e coordinata dalla procura di Prato, che lo scorso febbraio ha portato all’esecuzione di tre misure cautelari nei confronti di tre cinesi ritenuti responsabili del reato di sfruttamento del lavoro con l’aggravante dello stato di bisogno nella confezione Giulio a Galciana. L’inchiesta, avviata un anno prima, ha fatto emergere una situazione in cui una trentina di operai, per lo più bengalesi e pakistani, erano costretti a lavorare per 13 ore al giorni 7 giorni su 7, con una paga bassissima. Gli operai, tutti privi di riferimenti economici, affettivi e linguistici (una “umanità dolente”, come la definì il procuratore Giuseppe Nicolosi), lavoravano in locali privi delle minime condizioni di sicurezza e igiene e mangiavano negli stessi spazi delle lavorazioni, sottoposti a metodi di sorveglianza a distanza e costretti a riposare in locali-dormitorio affollati. Nell’ambito dell’inchiesta era stato eseguito anche un sequestro preventivo per un valore di circa 25mila euro, ritenuti equivalenti al profitto del reato, calcolato anche in relazione alla mancata spsa derivante dall’omesso versamento dei contributi previdenziali.
In favore delle vittime nei giorni scorsi erano già state avviate iniziative mirate per la regolarizzazione della posizione previdenziale e contributiva, ove possibile. Inoltre, nell’ambito dlela collaborazione tra Procura e Comune di Prato, coloro che hanno manifestato interesse sono stati inseriti in progetti mirati all’accoglienza e all’integrazione, dove potranno approfondire la conoscenza della lingua italiana ed intraprendere un percorso professionalizzante.
I cittadini bengalesi in questione hanno richiesto e ottenuto un permesso di soggiorno per protezione sociale della durata di sei mesi, prorogabile o convertibile in altre tipologie di permesso. E’ tuttora in corso di definizione una quarta pratica di u altro cittadino bengalese che ha avanzato la stessa richiesta.