22 Maggio 2021

LA7 racconta il distretto tessile: “A Prato è normale sfruttare gli operai stranieri”. Confartigianato: “Pessimo servizio, dobbiamo rispondere”


Con la morte di Luana D’Orazio – uccisa a 22 anni mentre lavorava in una orditura a Oste – non solo il dramma degli incidenti e delle morti sul lavoro sono saliti alla ribalta dei giornali e delle tv nazionali, ma anche il distretto tessile pratese è finito nel mirino di inchieste giornalistiche.

Ultima in ordine di tempo è quella andata in onda giovedì scorso su LA7 all’interno della trasmissione Piazza Pulita, condotta da Corrado Formigli. Nel servizio, intitolato “Non solo Luana: dove muoiono gli sfruttati”, si racconta lo sciopero degli operai della Texprint e la loro denuncia di sfruttamento e si dice che nelle aziende pratesi “La stragrande maggioranza dei dipendenti sono stranieri, e non hanno ferie, malattia o straordinari. I committenti di queste aziende affermano di non sapere nulla, o peggio, di non curarsene: Mi trovo bene per quanto riguarda il prodotto, non posso stare a sottilizzare queste cose. A Prato è normale”.

 

 

Questo racconto di Prato non è piaciuto a Confartigianato che per chiede di convocare urgentemente un tavolo con tutti gli attori della vita sociale, economica e istituzionale della città per rispondere in modo unito e compatto per “al pessimo servizio televisivo di LA7”. Secondo il presidente Luca Giusti da decenni il nostro territorio soffre “dell’incapacità di comunicare in modo corretto la propria realtà”.

“È innegabile che esistano purtroppo nel nostro distretto ancora situazioni di sfruttamento come quelle descritte – aggiunge Giusti – ma chiunque abbia l’onestà intellettuale di approfondire il discorso scoprirebbe che quelle situazioni sono casi marginali che occorre continuare a combattere come Prato sta facendo ormai da anni, come possono testimoniare i numeri. Oggi il nostro distretto vanta imprese che sono veri e propri fiori all’occhiello, con una crescita esponenziale negli ultimi anni delle certificazioni aziendali sia in ambito ambientale che per l’etica sul luogo di lavoro. È questa – prosegue Giusti – la realtà che dobbiamo, come attori del distretto, fare in modo che emerga e che venga raccontata quando una qualsiasi troupe giornalistica televisiva venga a scoprire come funziona il nostro sistema economico e sociale”.