13 Maggio 2021

Morte Luana D’Orazio, dalla perizia sul secondo orditoio arrivano conferme all’ipotesi di manomissione ai sistemi di sicurezza


Modifiche per bypassare i dispositivi di sicurezza e far funzionare il macchinario anche con la saracinesca alzata. E’ quanto avrebbe rivelato la perizia condotta ieri sul secondo orditoio presente nell’orditura di Oste; si tratta di un altro macchinario, leggermente diverso rispetto a quello in cui è rimasta schiacciata Luana D’Orazio, che invece verrà ispezionato dai consulenti nei prossimi giorni.
Nel corso della perizia di ieri – a cui hanno partecipato i tecnici della Procura (affiancati da ispettori Asl e vigili del fuoco), i consulenti dei due indagati e quelli della famiglia della vittima – è stato rimesso in moto il secondo orditoio, anch’esso posto sotto sequestro dopo il tragico infortunio di dieci giorni fa. Una volta riattivato, questo secondo orditoio ha continuato a svolgere il ciclo di lavoro con la saracinesca alzata, laddove invece i sistemi di sicurezza avrebbero dovuto bloccarne il funzionamento in caso di “gabbia” protettiva sollevata. Un elemento che avvalora l’ipotesi al vaglio della Procura: quella di una manomissione dei sistemi di sicurezza finalizzati a “massimizzare” i processi produttivi.

Decisiva ai fini della ricostruzione della dinamica dell’incidente, sarà l’ispezione al macchinario a cui l’apprendista Luana D’Orazio era addetta e in cui ha perso la vita per un “politrauma fratturativo toracico-polmonare”, come riportato dall’autopsia.
Per eseguire in maniera incontrovertibile la perizia, occorrerà seguire gli schemi progettuali del macchinario, di origine tedesca. Proprio dalla Germania, per effettuare le operazioni, potrebbero essere chiamati ad intervenire alcuni tecnici dell’azienda produttrice. Fondamentale sarà capire, tramite la lettura delle schede elettroniche, in quale fase operativa si trovasse il macchinario nel momento in cui Luana D’Orazio vi stava lavorando e se fossero stati precedentemente disattivati i dispositivi di sicurezza, fra cui anche le fotocellule, oltre alla saracinesca di protezione.

Nel registro degli indagati, la Procura ha iscritto al momento la titolare dell’azienda e il tecnico manutentore esterno. Le ipotesi di reato per entrambi sono di omicidio colposo, rimozione e omissione dolosa delle cautele anti-infortunistiche. I due indagati potrebbero essere convocati dagli inquirenti già prima del deposito della perizia sui macchinari, per il quale sono stati concessi 60 giorni.