Chiuse le indagini e avvisi di garanzia notificati ai 15 giovani che a febbraio 2020 participarono alla violenta rissa in via Settesoldi. Una notte di movida, quella del 28 febbraio – pochi giorni prima che si manifestasse in tutta Italia l’emergenza Covid – che fu segnata dagli scontri fra avventori dei locali del centro. Ragazzi di due gruppi contrapposti si fronteggiarono lanciandosi oggetti, fra cui le sedie e i tavolini dei locali, usando i vicoli come luoghi di riparo. Scene da far west, che portarono al ferimento di 5 giovani e suscitarono il fuggi fuggi generale di altri clienti. Le immagini della rissa, immortalate con i telefonini dai presenti, fecero il giro dei social e alimentarono il dibattito sulla situazione di insicurezza nel centro cittadino (leggi l’articolo).
Nei mesi successivi, le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura, hanno portato all’identificazione di 15 giovani pratesi, di età compresa tra i 18 e i 30 anni fra cui una ragazza, che sono stati denunciati per rissa. I militari della Stazione di Prato hanno ascoltato decine di testimoni, analizzato filmati e recuperato cospicuo materiale informatico, anche attraverso perquisizioni.
Gli inquirenti ritengono che non si sia trattato dell’evoluzione spontanea e incontrollata di un banale litigio, ma che la rissa sia stata invece un evento preceduto da una malsana programmazione.
È emerso infatti che a fronteggiarsi sono stati due gruppi di ragazzi, non nuovi a questi episodi tra loro, che da qualche anno maturavano reciproche ostilità. L’appuntamento per la rissa, benché non organizzato via social, era stato comunque preannunciato su facebook da uno dei due gruppi, tanto che i militari hanno utilizzato questi dati per far paritre la loro investigazione.