24 Marzo 2021

Lezioni in presenza per 400 bambini nonostante la zona rossa: l’esempio di inclusività delle Gandhi. Spada: “Il sindaco chieda a tutte le scuole di fare altrettanto”


Evitare che bambini con bisogni educativi speciali e con disabilità facciano lezione in presenza senza avere accanto alcun compagno di classe, nel momento in cui in zona rossa si è tornati alla didattica a distanza e le scuole si sono nuovamente svuotate. È il principio di inclusione adottato dall’istituto comprensivo Gandhi di Galciana, che ha consentito, a rotazione, di far fare lezione in presenza, in orario mattutino, a circa 8 bambini per classe, per un totale di circa 400 alunni contemporaneamente, su una popolazione scolastica di oltre 1300 studenti.

L’istituto Gandhi è quello che più di altre scuole cittadine e fin dal primo momento ha deciso di sfruttare la nota protocollare numero 662 del Ministero dell’Istruzione, chiarificatrice del dpcm del governo Draghi che ha chiuso le scuole in zona rossa. La circolare inviata ai presidi lo scorso 12 marzo, giunta dopo altre due note che fornivano indicazioni diverse e contraddittorie, ha dato ai dirigenti scolastici la possibilità di far fare lezione in presenza – assieme agli studenti con bisogni educativi speciali e con disabilità – anche ad “altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe – secondo metodi e strumenti autonomamente stabiliti e che ne consentano la completa rotazione in un tempo definito – con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l’adeguata relazione nel gruppo dei pari, in costante rapporto educativo con il personale docente e non docente presente a scuola”.

“Con i miei collaboratori – afferma il preside Mario Battiato – ci siamo subito messi al lavoro per dare una risposta di massima inclusione. In ciascuna classe ci sono almeno 2 bambini con bisogni educativi speciali: abbiamo contato i giorni di scuola che ci separavano dalle vacanze di Pasqua, e abbiamo suddiviso questi 12 giorni in 3 moduli di 4 giorni ciascuno, per costituire dei piccoli gruppi classe su base volontaria, a rotazione, con il criterio alfabetico. La risposta delle famiglie è stata positiva: quasi tutte hanno aderito, mandando i loro figli a scuola assieme ai bambini speciali”.

Il numero di bambini con bisogni educativi speciali, anche nelle scuole pratesi, non è così piccolo e coinvolge, oltre ai disabili, gli alunni con disturbi dell’apprendimento, ma anche i bambini per i quali il consiglio di classe ha riconosciuto il bisogno educativo speciale, dovuto a difficoltà linguistiche o economico-sociali. Dare la possibilità, a rotazione, ad alcuni compagni di classe di essere presenti al loro fianco in aula, significa – oltre che rendere effettivo il principio di inclusione – anche far mantenere a tutti i bambini un legame diretto con gli insegnanti e con la scuola e andare incontro alle famiglie, in difficoltà con la gestione della didattica a distanza dei bambini piccoli.

Per chiedere che l’esempio dell’istituto Gandhi venga seguito da tutte le altre scuole pratesi, interviene il consigliere comunale Daniele Spada, il quale sollecita il sindaco Biffoni ad attivarsi per quest’obiettivo: “Quasi in ogni classe – scrive Spada – ci sono alunni con certificazione (o perché con disabilità o per difficoltà nell’apprendimento) che si recano ogni mattina in aule vuote perché hanno bisogno della vicinanza dell’insegnante. Ecco, questi ragazzi hanno bisogno anche della vicinanza degli altri ragazzi, per non sperimentare oltre alla distanza anche l’isolamento nella difficoltà. Senza contare quanto questa opportunità possa essere utile per tutti, bambini e famiglie, sia per l’istruzione sia per sperimentare la tanto decantata inclusività che però alla prova dei fatti si stenta a praticare.
La nota protocollare N. 662 del ministero dell’istruzione, in riferimento all’art. 43 del DPCM del 2 marzo, consente di frequentare a rotazione in presenza se almeno uno degli alunni è certificato, ma diversi istituti non lo stanno facendo.
Caro Sindaco, che dici di aver tanto a cuore il ritorno in classe dei nostri bambini e ragazzi, oltre a chiedere che venga cambiata la norma perché non guardi anche in casa nostra e fai appello ai dirigenti scolastici che applichino quella già esistente consentendo di frequentare la scuola a piccoli gruppi? Sindaco, chiedi ai dirigenti di rispondere a questo invito!”