“L’ho detto in ogni sede e continuo a ripeterlo: sospendere le lezioni in presenza è un grave errore, una scelta che non tiene conto di cosa accade sui territori. La battaglia per far tornare tutti gli studenti sui banchi, soprattutto i più giovani, non è una mia fissazione, è un dovere per tutelare la crescita dei nostri bambini e ragazzi”. Il sindaco Matteo Biffoni non cede di un millimetro sulla richiesta avanzata al Governo, sia direttamente sia tramite la Regione, di permettere le lezioni in presenza anche nelle zone rosse, almeno con le modalità analoghe di quelle utilizzate lo scorso dicembre, durante la cosiddetta fase due.
Proprio di oggi è la notizia di uno studio nazionale, condotta da epidemiologi, medici, biologi e statistici, che evidenza come non vi sia correlazione tra l’aumento dei contagi e le lezioni in presenza, ribadendo come le scuole siano in realtà tra i luoghi più sicuri perché vi è un continuo monitoraggio e tracciamento per ogni caso positivo. “Questa è la seconda settimana di zona rossa per la provincia di Prato, altri territori hanno i ragazzi in dad da più tempo. E non è la prima volta: i nostri bambini e ragazzi stanno perdendo mesi preziosi di formazione, socializzazione, crescita e sta aumentando notevolmente il divario tra i nostri cittadini più preziosi – sottolinea il sindaco Matteo Biffoni -. Gli insegnanti stanno facendo uno sforzo notevole per garantire la continuità della formazione con la didattica a distanza, ma è ovvio che non può essere la stessa cosa”.
La sospensione delle lezioni in presenza, inoltre, aumenta sempre di più il divario sociale: i genitori, in particolare le donne, inutile negarlo, stanno affrontando ogni giorno difficoltà organizzative e di conciliazione casa lavoro. Spesso sono i nonni, categoria più fragile, a occuparsi dei nipoti in dad per permettere ai genitori di continuare a lavorare o si deve ricorrere a baby sitter aumentando quindi il numero dei contatti. “E questo per le famiglie più fortunate, in tante situazioni ci sono difficoltà oggettive per le famiglie per far seguire la didattica a distanza, difficoltà che non si superano solo fornendo strumenti e connessioni, cosa che le scuole già fanno – ribadisce Biffoni -. Questo non significa considerare la scuola un parcheggio, significa ricordare come i bambini a scuola hanno pari opportunità, accesso a strumenti che permettono loro di crescere e formarsi come cittadini indipendentemente dalla propria situazione familiare. Se perdiamo la scuola come collettore e rete sociale perdiamo un’intera generazione”.
A lanciare un grido d’allarme sono i genitori stessi: “In questi giorni più che nel primo lockdown ricevo mail o messaggi di genitori preoccupati per i propri figli, soprattutto adolescenti o giovanissimi che stanno perdendo interesse per tutto. La mancanza della scuola, degli amici, dello sport sono sempre più evidenti e anche i dati della neuropsichiatria infantile confermano un aumento vertiginoso degli accessi – spiega il sindaco Biffoni -. Non sono uno scienziato né un sociologo, mi limito a incrociare le informazioni che riceviamo dalle scuole, dalle famiglie e anche dalla asl: è urgente far tornare i nostri bambini e ragazzi sui banchi, anche in zona rossa”.