Alla luce degli ultimi provvedimenti del governo per contrastare l’emergenza sanitaria e della lettura della situazione attuale di evoluzione della pandemia, il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, insieme agli assessori alla scuola dei Comuni toscani coordinati da Sara Funaro, esprime preoccupazione per la sospensione delle attività in presenza nelle scuole e, soprattutto, nelle scuole dell’infanzia e nei servizi educativi alla prima infanzia.
“Nel corso di quest’ultimo anno sono stati fatti grandi sforzi e investimenti, da parte delle pubbliche amministrazioni e degli altri soggetti gestori, peraltro in stretto contatto con l’Ufficio Scolastico Regionale e le Asl, per realizzare elevate condizioni di sicurezza e non ridurre le risposte ai bisogni degli studenti e delle famiglie preservando il più possibile il sistema scolastico – affermano Biffoni e Funaro – In virtù delle azioni che sono state messe in campo, dalla riorganizzazione degli spazi al potenziamento delle igienizzazioni, dalla formazione di gruppi omogenei al rafforzamento del personale fino, in ultimo, al programma di vaccinazioni già in fase avanzata, i dati rilevati dalla Regione ci dicono che si è riusciti a contrastare il contagio, che i focolai spesso avvengono al di fuori degli edifici dei servizi educativi e delle scuole, che il sistema di tracciamento sta funzionando e che, quindi, complessivamente, al momento, il sistema di contenimento sta andando nel modo migliore.
“Constatata in modo obiettivo la situazione e convinti del valore insostituibile della scuola che solo in presenza può realizzarsi come comunità educante e come luogo di crescita, chiediamo che, sia nella zona rossa, sia in eventuali zone arancioni con maggiori restrizioni, che dovessero essere disposte dalle regioni per uno o più ambiti territoriali, non siano sospese le attività educative e didattiche in presenza e che, in tal senso, si disponga nei provvedimenti futuri, fatte salve, naturalmente, situazioni di particolare gravità per le quali potrà rimanere la discrezionalità per la regione di adottare provvedimenti maggiormente restrittivi.
“Facciamo appello in questo senso, chiedendo che le attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole siano le ultime ad essere sospese, mentre appare opportuna una maggiore attenzione sugli assembramenti che avvengono al di fuori degli edifici scolastici ed in particolari nei tradizionali luoghi di ritrovo che, pur non frequentati all’interno dei locali o nelle immediate vicinanze, rappresentano comunque il punto di attrazione e aggregazione dei bambini e dei ragazzi. Fenomeno, quest’ultimo, che viene contrastato anche dal mantenimento dei servizi educativi e scolastici in presenza.
“I Comuni s’impegnano a svolgere in modo attento e rigoroso le attività loro assegnate ma chiedono questa scelta, convinti che sia un modo per contrastare il contagio oltre che per mettere al centro i bambini, i ragazzi e gli studenti, tenendo presente anche le necessità delle loro famiglie. E ringraziano il presidente della Regione Eugenio Giani per l’impegno e l’attenzione che ha dimostrato in questi mesi”.
I Comuni toscani dunque rivolgono un appello per mantenere i servizi educativi e la scuola aperti, sollecitando alcune priorità:
1) Completare il prima possibile tutta la vaccinazione del personale docente con l’ausilio della nuova task force creata dal generale Figliuolo (anche perché viene da chiedersi: Perché vacciniamo tutti gli insegnanti se poi chiudiamo le scuole?).
2) Screening di massa con tamponi in tutte le scuole per monitorare continuamente il contagio e intervenire tempestivamente, isolando le singole classi. Nel caso in cui venga riscontrato un caso positivo lo step successivo dovrebbe essere lo screening su tutta la scuola.
3) Reintrodurre, come già avviene in Toscana e a Firenze, il medico scolastico, in accordo con la Ausl di riferimento e garantire al contempo un canale preferenziale tra la scuola e il presidio sanitario per qualunque evenienza e necessità della popolazione studentesca, del personale amministrativo e degli insegnanti.
4) Protezione civile, volontari e steward per presidiare mezzi di trasporto e ingressi nelle scuole.
5) Sfalsamento degli orari di ingresso e uscita delle scuole.
6) Evitare di chiudere sevizi all’infanzia in assenza di provvedimenti seri su congedi parentali, senza i quali per le famiglie è impossibile organizzarsi.
7) Implementare controlli nei luoghi di assembramento giovanile pomeridiani: parchi, strutture sportive etc.”.