25 Gennaio 2021

Il Museo della Deportazione riapre nel Giorno della Memoria: eventi e iniziative per celebrare i 20 anni dell’anniversario


Il Giorno della Memoria compie vent’anni e il Museo della Deportazione di Prato, pur nella complicata situazione imposta dalla pandemia, ha messo in piedi con il sostegno della Regione Toscana una serie di appuntamenti online: un nuovo video di presentazione del Museo, l’evento fiorentino per gli studenti al cinema-teatro La Compagnia, l’apertura straordinaria del museo di Prato con le visite guidate e infine la storia, poco conosciuta, della diciannovenne Lia Sara Millul, vissuta a Prato e scomparsa ad Auschwitz.

“Abbiamo voluto riaprire il museo proprio il 27 gennaio, dopo diversi mesi di chiusura dovuta alla situazione sanitaria, proprio come gesto simbolico che celebra la memoria – spiega la direttrice della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato Camilla Brunelli – Nonostante le difficoltà però non ci siamo mai fermati. In questi mesi abbiamo proseguito con la didattica per le scuole, organizzandola online, realizzato nuovi strumenti per gli insegnanti e ampliato i materiali del sito (www.museodelladeportazione.it) per le esigenze delle scuole.”

Gli appuntamenti per il Giorno della Memoria 2021 iniziano martedì 26 gennaio. Alle 21 sui canali YouTube e Facebook del Museo arriva la nuova visita virtuale dal titolo “Il Museo della Deportazione e Resistenza di Prato – un luogo di memoria in Toscana”, realizzato con il contributo della Regione Toscana e pensata soprattutto come strumento per gli insegnanti. Infatti è insieme una presentazione e una visita virtuale guidata dalla direttrice Camilla Brunelli per spiegare come il Museo è nato, quali sono le sue finalità e le sue attività, cosa si può vedere al suo interno e cosa trovare in Biblioteca e al Centro di documentazione. Ne parlano prima della proiezione Alessandra Nardini, assessora toscana a Istruzione e Cultura della Memoria, Dario Venegoni, presidente nazionale ANED e Simone Mangani, assessore alla Cultura del Comune di Prato. Interverrà anche il regista del video Nicola Melloni. Introduce e modera Aurora Castellani, presidente della Fondazione che gestisce il Museo.

Mercoledì 27 gennaio l’apertura straordinaria del Museo con due visite guidate gratuite alle 11 e alle 15 (accesso limitato e su prenotazione alla mail info@museodelladeportazione.it oppure allo 0574 461655). Dal 27 il Museo sarà aperto con accesso gratuito tutti i giorni eccetto il sabato e la domenica per disposizioni del dpcm con orario 9.30-12.30 e 15-18.

Sempre mercoledì 27 gennaio dalle 9.30 alle 12.30, a conclusione del corso di formazione online “In viaggio verso Auschwitz” e a venti anni dal primo Giorno della Memoria istituito con legge dello Stato (2001-2021), l’evento per gli studenti toscani. Trasmesso in streaming dal Cinema-Teatro La Compagnia di Firenze per le scuole superiori della Toscana ma aperto a tutti, l’appuntamento comprende il film a cura di Fondazione Sistema Toscana “Un treno per Auschwitz – Memorie di un viaggio lungo vent’anni”. In collegamento le testimoni di persecuzione e Shoa ormai care alla Toscana: Vera Vigevani Jarach, Kitty Braun Falaschi e le sorelle Andra e Tatiana Bucci. Moderano Camilla Brunelli e Luca Bravi della Fondazione di Prato. In chiusura dell’evento, verranno presentati alcuni elaborati di studenti toscani sul tema della Memoria.

Per collegarsi: http://www.regione.toscana.it/giornodellamemoria2021

Il 1 febbraio alle 18 ultimo appuntamento sui canali YouTube e Facebook del Museo con una storia poco conosciuta che tocca anche Prato, dal titolo “Lia Sara Millul – il destino di una fuga. Pisa, Prato, Firenze, Auschwitz”, raccontata dalla storica Marta Baiardi, membro del Comitato scientifico della Fondazione. La bellissima Lia Sara, detta Sarina, era nata a Pisa, ma lo storico pratese Michele Di Sabato rintracciò nel 2003 la sua famiglia negli elenchi inviati dall’amministrazione comunale di Prato alla prefettura di Firenze. I Millul risultano residenti in via Zarini, nell’abitazione annessa alla Manifattura del Bisenzio, dove lavoravano padre e figlia.

Sarina aveva compiuto da pochi mesi 19 anni quando venne arrestata a Firenze il 26 novembre 1943, nel convento delle suore francescane in piazza del Carmine, durante una delle più efferate razzie compiute dai reparti tedeschi, coadiuvati dai militi della famigerata “banda Carità”. Il 6 dicembre 1943 Lia Sara salì sul treno per Auschwitz. Di lei restano pochi documenti, una foto e una ciocca di capelli rossi che aveva consegnato all’amica pratese Anna prima di partire per Firenze.

La Fondazione di Prato ha collaborato per il Giorno della Memoria con i Comuni di Montemurlo, Montelupo Fiorentino e Calenzano e Camilla Brunelli, come vicepresidente della rete nazionale “Paesaggi della Memoria”, quest’anno terrà l’orazione ufficiale per Il Giorno della Memoria del Comune di Verona.