Mafie che si manifestano in modi diversi dai tradizionali, con strategie criminali ibride focalizzate su droga, rifiuti, prostituzione, riciclaggio, corruzione. E’ quanto emerge dal rapporto annuale Mafie e corruzione in Toscana, curato dalla Scuola Normale di Pisa e relativo al 2019. Il territorio toscano rimane centrale nei traffici nazionali e transazionali di stupefacenti, in particolare Livorno. Tra i fenomeni su cui si è verificato un accesso criminale le costruzioni edilizie, il traffico dei rifiuti ma anche lo sfruttamento sessuale (perlopiù mafie nigeriane) e quello della manodopera: in quest’ultimo caso la Toscana è la quinta regione in Italia per numero di procedimenti, al pari della Campania. Le mafie, è stato spiegato, puntano molto su riciclaggio e occultamento di capitali criminali. Prato (e provincia) rimane un territorio su cui Cosa Nostra continua a essere presente e svolgere i propri affari illeciti. La Guardia di Finanza ha accertato un volume di affari fittizio per circa 106 milioni, tramite il quale sarebbero stati riciclati oltre 38 milioni. Prato è maglia nera in Italia anche per il gioco d’azzardo: la provincia stacca di quasi il doppio la seconda in classifica, Teramo. Sono cresciuti i beni confiscati alla criminalità organizzata (+14%), con un trend che è simile a quello degli anni passati.