E’ finita su un tetto di una casa di Istrana (Tv) la fuga di Fan Faquan, il 40enne cinese che ha ucciso Wen Aiquin nella sua ditta di confezioni in via Nuti nella notte tra lunedì e martedì della scorsa settimana.
L’uomo è stato arrestato in provincia di Treviso, quando era da poco passata la mezzanotte di sabato. Si trovava in un’abitazione con altri cinesi, nella quale era stato domiciliato in passato nel corso del suo soggiorno nel trevigiano per lavoro. L’uomo, che aveva tentato di nascondersi sul tetto, è stato raggiunto da un carabiniere della squadra di militari partita appositamente da Prato per eseguire l’arresto, ed ha confessato il delitto. L’assassino ha detto di aver usato un coltello trovato sul posto (ma scomparso dopo il delitto) e di aver ucciso la donna perchè non gli aveva restituito un prestito di denaro (circa 18mila euro) che le aveva concesso. Ma il movente resta ancora da chiarire, perchè pare che l’uomo si fosse invaghito – non corrisposto – della donna nel periodo in cui aveva lavorato per lei. Il reo confesso ha
detto che sarebbe stata invece la donna ad essere invaghita di lui e di non averla uccisa intenzionalmente. Subito dopo l’omicidio i carabinieri si erano messi sulle sue tracce, essendo Fan l’unico sospettato, ma il 40enne si era reso irreperibile. All’assassino i carabinieri sono arrivati agganciando la cella del suo telefono. L’uomo, dopo aver vagato per due giorni dormendo nei campi e mangiando quello che trovava, ha usato il telefono per chiamare la moglie in Cina e la sorella in Ungheria. E’ stato grazie a queste telefonate che i militari lo hanno rintracciato e seguito, fermandolo nel trevigiano. Probabilmente stava pianificando la fuga dall’Italia, forse con destinazione Ungheria, dove avrebbe sfrutatto l’appoggio della sorella prima di volare in Cina. Ma è stato fermato prima di poter varcare il confine.