2 Maggio 2020

Famiglie divise dal confine regionale: i sindaci della Vallata chiedono di consentire gli spostamenti in Emilia Romagna


“Autorizzare gli spostamenti tra Regioni e nelle seconde case per i cittadini che abitano nei territori montani e di confine”: è l’appello dei sindaci di Toscana ed Emilia Romagna, che in una lettera all’Anci nazionale chiedono al presidente Decaro di farsi portavoce delle loro proposte al governo. Una richiesta condivisa anche da Anci Toscana, con cui i primi cittadini interpretano le esigenze dei loro cittadini, abitanti di territori con caratteristiche ben diverse dalla maggioranza di città e centri urbani. Tra i sindaci toscani firmatari ci sono anche quello di Vernio, Giovanni Moraganti, Primo Bosi di Vaiano e Gugliemo Bongiorno di Cantagallo.
“I nostri comuni risultano collocati in area interna, montana e di confine, e già questo evidenzia la difficoltà di poter offrire servizi adeguati alle persone che qui hanno deciso, nonostante tutto, di continuare a vivere e ad operare – scrivono i sindaci – Queste tre caratteristiche porteranno inevitabilmente a un impatto forte, certamente non assimilabile a quello di aree dove è più agevole la vita”.
“Riguardo agli spostamenti all’interno della propria regione, essendo comuni di confine, abbiamo molte relazioni familiari a cavallo tra le due regioni – proseguono i sindaci – con situazioni che, distanziati da pochi chilometri, vedono affetti separati in due regioni diverse. Allo stato attuale ne sono vietati i ricongiungimenti: si rischia di creare nel giro di pochi chilometri, cittadini di serie A e di serie B. Sarebbe perciò auspicabile la possibilità di consentire gli spostamenti interregionali, magari anche limitatamente al Comune immediatamente confinante dell’altra regione”.

Sul tema delle seconde case “è certezza che, nonostante l’enorme sforzo messo in campo dalle Polizie Municipali e dalle forze dell’ordine, con l’arrivo della bella stagione sarà impossibile intercettare tutti gli spostamenti non consentiti, e in particolare quelli verso le seconde case di proprietà, dove per altro alcuni cittadini hanno la residenza anagrafica. E allora sarebbe forse opportuno studiare delle regole che, fermo restando il principio fondamentale e inderogabile della tutela della salute di tutti i cittadini residenti e no, consentano di rendere possibili e regolari questi spostamenti. Si potrebbe, per esempio, prevedere che lo spostamento sia di ragionevole durata, tale da garantire una lunga permanenza in loco. Lo spostamento potrebbe essere accompagnato da una dichiarazione formale da inviare al comune di destinazione, in modo che si possa avere il controllo delle presenze sul territorio. Nei nostri territori molti cittadini, originari di queste montagne, si trasferiscono per passare l’intero periodo estivo”.

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