Omicidio Pratilia, l’autopsia non scioglie i dubbi
Saranno necessarie ulteriori analisi per chiarire la causa del decesso di Abdel Kebir, il 45enne marocchino trovato morto ieri mattina nei pressi di Pratilia. L’autopsia sul cadavere, effettuata dal dottor Begliomini su mandato del sostituto procuratore Roberta Pieri si è conclusa circa un’ora fa. Le singole ferite sul volto – il naso fratturato, il trauma alla nuca e all’occhio sinistro – non sono ritenute sufficienti ad aver causato la morte, che non ha una causa macroscopica, ma potrebbe essere derivata da un pestaggio. L’anatomopatologo ha prelevato campioni istologici dal cervello della vittima per ulteriori analisi, che necessiteranno circa due settimane. L’autopsia ha confermato ferite superficiali sul resto del corpo, compatibili con una colluttazione, ed ha escluso segni che facciano pensare al trascinamento del cadavere. Intanto i carabinieri stanno conducendo un’indagine tradizionale per ricostruire il quadro in cui è maturato l’omicidio di Kebir.
L’uomo, in passato residente a Ferrara e con piccoli precedenti per spaccio, si trovava a Prato da alcuni mesi e non aveva una fissa dimora. I carabinieri hanno parlato con alcuni conoscenti, fra cui una persona che gli aveva procurato dei piccoli lavori di artigianato, e stanno scandagliando le possibili piste che potrebbero aver portato al delitto. Difficile si sia trattato di una rapina: nel portafoglio dell’uomo, assieme ai documenti, c’erano 250 euro in banconote da 100 e 50 euro. Nell’ex parcheggio di Pratilia non sono state trovate armi insanguinate, non ci sono telecamere, né testimoni oculari che possano aiutare gli inquirenti.