In tremila al corteo nazionale del Primo Maggio: “Prato, città che non dimentica le morti sul lavoro” FOTO E VIDEO


Migliaia di lavoratori – tremila per la Questura e circa cinquemila invece per gli organizzatori – provenienti da varie parti d’Italia hanno preso parte alla manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil per celebrare il Primo maggio e la festa dei lavoratori, che quest’anno viene ospitata a Prato e dedicata alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ad accompagnarla è lo slogan ‘Sicurezza: il cuore del lavoro’, che ha aperto anche il corteo dei lavoratori, a cui hanno partecipato i segretari generali delle tre confederazioni, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Imponenti le misure di sicurezza adottate per l’occasione, con il centro storico che è stato blindato. Il corteo, dopo aver sfilato per le vie della città, è giunto in piazza del Duomo dove, dal palco, per gli interventi dei tre leader sindacali (comizio trasmesso in diretta su Tv Prato). La città di Prato, spiegano i sindacati, “rappresenta un’importante e simbolica realtà industriale dove il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è fortemente sentito”. Ancora, come ha detto la segretaria Cgil Susanna Camusso dal palco: “Prato non dimentica le morti sul lavoro”.

 

 

“La somma di mancati investimenti e precarietà ha determinato disattenzione alle norme di sicurezza sul lavoro. Ancora troppi insistono a dire che sono dei costi e devono essere tagliati”, ma non è così: lo ha sostenuto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, dal corteo del Primo maggio a Prato, dedicato alla salute e sicurezza sul lavoro. “Non ci sono investimenti su questo tema. Nonostante tanta tecnologia, non la si usa per creare le condizioni di sicurezza. Inoltre c’è tanta ricattabilità che deriva dalla disoccupazione e dalla precarietà”, ha aggiunto Camusso. L’aumento dei controlli, ha concluso, “è una delle strade per risolvere il problema”. Quanto invece alla formazione del nuovo Governo Camusso ha detto: “Mi sembra che il Paese non si meriti il voto in autunno. Non ci si avvicina ai problemi del Paese continuando ad invocare il voto, servono cose concrete, mi pare che ci sia una responsabilità che le forze politiche devono assumersi”. Le forze politiche, ha proseguito, “devono decidere su quale programma governare questo Paese e noi chiediamo che i temi della sicurezza sul lavoro siano affrontati anche prima del nuovo governo” ha aggiunto Camusso.

 

Anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, auspica la formazione a breve di un governo per il Paese: “”E’ necessario e urgente che ci sia un governo perché abbiamo diverse rivendicazioni da fare”, a partire dalla “riforma fiscale per ridare potere d’acquisto a lavoratori e pensionati e dall’occupazione innanzitutto per i giovani. Il sindacato non deve tifare per nessuno, ma sperare che si formi rapidamente un nuovo governo con cui aprire un tavolo di confronto” ha aggiunto Barbagallo. Poi parlando di sicurezza: “Oggi siamo allo stesso livello di mortalità del 1911 e questo vuol dire che non stiamo facendo nulla” ha affermato Barbagallo, ricordando di essere andato questa mattina, prima dell’inizio del corteo insieme ai leader di Cigl e Cisl, a deporre una corona al monumento ai caduti sul lavoro a Marcognano dove nel 1911 persero la vita 10 lavoratori. “Si mette al primo posto il profitto”, ha sottolineato Barbagallo e invece bisogna investire di più sulla sicurezza sul lavoro e anche “aumentare le sanzioni”. Barbagallo ha poi invocato un rafforzamento dei controlli nelle aziende: “240 ispettori del lavoro in tutto il Paese non bastano”, ha detto il segretario generale della Uil.

“Ci sono troppi morti per il lavoro, troppi lutti nelle famiglie. E’una cosa inaccettabile, è un bollettino di guerra che nessuno può più accettare”. Così invece la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, arrivando in piazza per la manifestazione nazionale del primo maggio. Servono, per questo, “più investimenti per la sicurezza, più prevenzione e più controlli”, ha sottolineato Furlan. Il tema della salute e della sicurezza sul lavoro deve, quindi, essere “assolutamente una priorità” per il nuovo governo, evidenziato. “Non si può e non si deve morire di lavoro” ha poi ribadito Furlan nel suo discorso pronunciato al termine del corteo dal palco allestito in piazza Duomo. Il segretario generale della Cisl ha citato Papa Francesco – “docciamo rafforzare il nostro impegno per gli ultimi senza lasciare indietro nessuno” – e ha insistito, come Camusso, sulla correlazione tra precarietà del lavoratore e ricattabilità.

Furlan ha fatto poi riferimento alle vicende della politica nazionale: “E’ urgentissima la formazione di un nuovo governo. Ci sia senso di responsabilità della politica” ha detto la segretaria generale della Cisl. Furlan ha rimarcato l’urgenza di un nuovo esecutivo “rispetto a quello che sta avvenendo nel mondo, perché l’Europa e l’Italia devono avere un ruolo importante nella costruzione della pace” e rispetto alle questioni del Paese “per rilanciare le politiche di crescita, di sviluppo e del lavoro. Bisogna fare una guerra seria alla povertà e alla disoccupazione. Ha proprio ragione il presidente della Repubblica Mattarella a chiedere responsabilità e generosità ai partiti politici, ne stanno dimostrando davvero poca”, ha concluso Furlan.

Dal palco di piazza Duomo ha portato il suo saluto ai manifestanti il sindaco Matteo Biffoni: “Abbiamo vissuto tragedie gravi, ma ci siamo rimboccati subito le maniche perché nella nostra città non si muoia più sul lavoro”, ha affermato. Il primo cittadino ha citato le parole di Papa Francesco, pronunciate dal pulpito di Donatello il 10 novembre 2015, quando il Pontefice chiese “un lavoro degno” per tutti.

Prima della manifestazione nazionale, Camusso, Furlan e Barbagallo si sono recati infatti al cimitero monumentale di Marcognano, in una frazione del comune di Carrara, per deporre una corona al monumento ai caduti sul lavoro e ricordare la tragedia avvenuta alla cava di marmo dei ‘Bettogli’ il 19 luglio del 1911, in cui persero la vita dieci lavoratori. Nel pomeriggio, invece, si terrà come ogni anno il concertone in piazza San Giovanni a Roma, promosso dalle tre confederazioni e organizzato da iCompany.

 

Foto di Alessandro Fioretti